21 Novembre 2024 12:32
Le eruzioni sulla penisola di Reykjanes, note come eruzioni di fessura, non hanno interessato direttamente la capitale e non hanno causato un’importante dispersione di cenere nella stratosfera, evitando interruzioni del traffico aereo.
Un vulcano che sorge sulla penisola islandese di Reykjanes, a una trentina di chilometri a sud-ovest della capitale Reykjavik, ha iniziato a eruttare ieri sera per la decima volta in tre anni. Lo ha reso noto l'ufficio meteorologico del Paese, spiegando che si è formata una frattura di tre chilometri e che il flusso di lava è avanzato fino a circa 700-800 metri dalla strada Grindavíkurvegur.
Le eruzioni sulla penisola di Reykjanes, note come eruzioni di fessura, non hanno interessato direttamente la capitale e non hanno causato un'importante dispersione di cenere nella stratosfera, evitando interruzioni del traffico aereo. La vicina cittadina di pescatori di Grindavik, che contava circa 4.000 residenti prima dell'ordine di evacuazione dello scorso dicembre, rimane in gran parte deserta per il rischio periodico di essere raggiunta da colate di lava.
Rimasto dormiente per quasi 800 anni, il sistema geologico della zona si è riattivato nel 2021 e da allora erutta con frequenza crescente: sei volte solo nel 2024. Secondo gli scienziati è possibile che il sito di Reykjanes possa sperimentare ripetute eruzioni per decenni, se non secoli. Ma non al livello del vulcano Eyjafjallajokull che nel 2010 diffuse nubi di cenere su tutta l'Europa, bloccando circa 100mila voli in tutto il mondo.
L'Islanda, con circa 400mila abitanti, si trova sulla linea di faglia tra le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana, ed è caratterizzata da decine di geyser, sorgenti di acqua calda e vulcani.