12 Dicembre 2024 15:33
A rinunciare alle cure è sempre più chi è già svantaggiato. A dirlo l’ISS in occasione della Giornata internazionale della copertura sanitaria universale.
In Italia la salute non è per tutti. Nel biennio 2022-2023, il 18% degli italiani over 65, cioè 2,6 milioni di persone, ha dichiarato di aver rinunciato almeno una volta a una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbe avuto necessità nei 12 mesi precedenti l’intervista. Liste d’attesa infinite (55%), difficoltà logistiche (13%) e costi troppo elevati (10%).
Questi dati sono stati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha citato i numeri della sorveglianza Passi d'Argento, in occasione della Giornata internazionale della copertura sanitaria universale, che si celebra il 12 dicembre, e che quest'anno è stata dedicata alla protezione finanziaria per prevenire il rischio di impoverimento a causa delle spese sanitarie.
L’Istituto sottolinea come il legame tra situazione economica e salute sia particolarmente forte. Chi rinuncia alle cure, infatti, è spesso già in partenza in una condizione economica difficile.
“La protezione finanziaria garantisce che le persone non si impoveriscano a causa del pagamento di tasca propria delle spese sanitarie”, si legge sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “negli ultimi 20 anni la protezione finanziaria si è progressivamente ridotta con 2 miliardi di persone in difficoltà economiche e 1,3 miliardi di individui spinti verso la povertà a causa dei costi per la salute che sono costretti a sostenere”, riporta ancora l’OMS .
Il 39% di coloro che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese ha dichiarato di aver rinunciato alle cure, contro il 20% di chi non ha invece difficoltà economiche. Inoltre, oltre il 50% degli intervistati che non hanno rinunciato alle cure mediche è dovuto ricorrere a prestazioni a pagamento: il 10% si è rivolto esclusivamente a strutture private, mentre il 49% ha utilizzato i servizi privati sono in alcune occasioni. Si legge poi che soltanto il 41% ha usufruito esclusivamente del servizio sanitario pubblico.
Le difficoltà di accesso alle cure riguardano anche i servizi di base, come per esempio la possibilità di raggiungere le ASL, il medico di famiglia o i negozi di beni di prima necessità.
Anche il livello di istruzione ha influito: il 24% di chi ha al massimo la licenza elementare ha rinunciato alle cure, contro il 19% tra i laureati. Inoltre, la rinuncia è stata più frequente tra gli anziani che vivono nelle regioni del Centro e del Sud Italia, dove il 27% ha dichiarato di aver rinunciato, rispetto al 16% tra i residenti nelle regioni settentrionali.
Un sistema che garantisca a tutta la popolazione l’accesso alle cure sanitarie, fornendo i servizi e le prestazioni necessarie ovunque e in qualsiasi momento, senza gravare sulle persone con costi diretti: è questo il concetto di copertura sanitaria universale (Universal Health Coverage o UHC), da tempo tema centrale dell'agenda internazionale, oggi oggetto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030.