La procura aprirà un'inchiesta come atto dovuto. Non ci sarebbero stati impatti contro barriere mentre le condizioni di sicurezza sul tracciato erano in regola
La scomparsa di Matilde Lorenzi, in seguito a una caduta sulle piste della Val Senales durante un allenamento, ha sconvolto il mondo dello sport e non solo. Le condizioni della giovane sciatrice erano apparse subito gravi: ricoverata d'urgenza, era stata trasferita nel reparto di terapia intensiva dell'Ospedale San Maurizio di Bolzano, dove è morta nella notte.
Adesso toccherà ai carabinieri, che già subito dopo l’incidente erano saliti sul ghiacciaio altoatesino della Val Senales per i rilievi, stabilire con esattezza quello che è successo alla giovane promessa dello sci azzurro. Secondo le ricostruzioni, la 20enne torinese, cresciuta sportivamente al Sestriere, stava scendendo lungo la pista Grawand G1 in un tratto abbastanza pianeggiante al termine del muretto quando, gli sci si sono divaricati e le lamine hanno perso contatto con il manto nevoso. A quel punto in una frazione di secondo un attacco si è aperto (è un sistema di sicurezza per evitare danni alle ginocchia) e Matilde è finita fuori pista, terminando la carambola sulla neve in una zona non battuta dai gatti. Si tratta di un settore dove la neve è praticamente tutta naturale ed protetto dalle reti.
La giovane non ha impattato contro ostacoli e a esserle stato fatale sarebbe l’urto col terreno particolarmente duro. Un impatto col ghiaccio devastante nonostante la giovane indossasse il casco. Per quanto riguarda il tracciato, i primi rilievi dei carabinieri di Senales non avrebbero rilevato particolari criticità. La pista su cui ogni giorno si allenano tantissimi atleti provenienti da tutta Europa, era tracciato da porte e le protezioni al limite della discesa sarebbero state regolarmente al loro posto. L'impianto già martedì mattina era aperto e utilizzato, non essendo sotto sequestro almeno per ora.
Anche i soccorsi sarebbero avvenuti in tempi rapidi: subito Matilde è stata assistita dagli allenatori della Nazionale (era in squadra C) e dai carabinieri del Centro addestramento di Selva di Val Gardena, così come il trasferimento in ospedale in elicottero è stato celere. Poi è stata seguita nel reparto di rianimazione dove lavorano medici specializzati proprio sui traumi riportanti durante le attività sciistiche.
Se la procura, che aprirà un'inchiesta come atto dovuto, volesse ulteriori elementi potrebbe chiedere che venga eseguita l’autopsia, per escludere che la sciatrice sia stata vittima di un malore prima dell'incidente. Ipotesi questa alquanto improbabile ma tuttavia ancora da verificare. Insomma in attesa dei primi passi della procura tutto lascia pensare ad un terribile tragico incidente.