È proprio dai titoli di coda che Marracash spiazza: “È finita la pace, l’accondiscendenza. C’è una nuova pace. La consapevolezza Fabio e Marracash. E alla fine un happy hand“. Ed eccolo di nuovo qui tra noi uno dei rapper più importanti del panorama musicale italiano ha deciso di trasformarsi in Babbo Natale nella notte per consegnare alle 7 in punto, quando la città si risveglia tra studenti e lavoratori, il nuovo disco dal titolo “È finita la pace“. Un progetto chiuso una settimana fa e già venuto alla luce.
“Sciolgo i miei nodi con questo disco” – “Questo è l’ultimo tassello percorso personale, in cui ho cercato di trovare nuova voce e anche la scoperta di me stesso. – ha detto Marra incontrando a sorpresa la stampa -. Questo disco cerca di sciogliere i nodi al pettine, quelli miei e non solo. L’ho fatto da solo senza interferenze esterne. È chiaro a tutti che è un momento molto delicato, in cui c’è un malessere percepibile ovunque con una ansia e una inquietudine specie tra i giovani perché non vedono futuro. Sono legati ai social, ai numeri, alla performance e non c’è un futuro, non c’è libertà di esprimersi sebbene ci fanno credere che ci sia. Io dopo Marrageddon ho avuto quello che una volta si chiamava esaurimento nervoso, megli noto oggi come burn out. Mi sono ritrovato a dire ‘adesso che cazzo faccio?’. È finita la pace per me, per tutti gli altri, nel mondo perché ormai viviamo in un mondo che è una polveriera di guerre, sconvolgimenti e di fatti che preoccupano un po’ tutti”.
La bolla in copertina scelta non a caso – “La bolla per me è un simbolo. Il disco è una bolla di cinquanta minuti. Volevo fossero 50 minuti diversi anche nelle logiche del marketing che, in questo caso, stanno a zero. Vedo anche che c’è il mercato discografico che è uguale a se stesso: si va da Sanremo al mercato estivo, poi i repack di fine anno… Vedo la musica italiana di oggi molto piatta e uniformata, poco interessante. Siamo circondati da bolle destinate a scomparire. Ormai si crea in base agli algoritmi. Quando vedi sette autori messi assieme per comporre una canzone che abbia successo, allora capisci che c’è qualcosa che non va”.
Un album di alta qualità musicale e contenuti intensi – “È finita la pace” è il settimo album in studio dell’artista che chiude il cerchio della trilogia iniziata con “Persona”e “Noi, loro, gli altri”. I testi sono curati unicamente da Marracash, il suono dai due produttori Marz e Zef e le melodie dai tre insieme, con i sample di Ivan Graziani (“Firenze” e “Canzone Triste”), dei Pooh (“Uomini Soli”), di Giacomo Puccini “(Madama Butterfly”) e di BLUEM (“Lunedì”).
Tredici brani nuovi di zecca che segnano un nuovo percorso di Marra e che spiazza ancora una volta. Scontato? Niente affatto. “Gli sbandati hanno perso” (“è un brano a cui sono molto affezionato perché sento molto mio”) svicola dai canoni dello stile di Marra per sperimentare nuove sonorità urban. È ispirato anche a una scena del film “Il Grande Lebowski”, diretto dai fratelli Coen, in cui il Big Lebowski grida questa frase a Drugo Lebowski mentre lo caccia dall’ufficio.
La title track ha un ritornello irresistibile con il campionamento di “Firenze (Canzone Triste)” di Ivan Graziani, “Lei” spicca per il ritmo travolgente rappresenta ed è anche la chiusura di un discorso iniziato con “Persona” e con “Niente canzoni d’amore”. L’apertura “Power Soap” è un manifesto sempre sul filo dell’ironia. Infine “Detox/Rehab” è la narrazione della pausa necessaria di Marra, una pausa dal lavoro e con un periodo di isolamento, “durante il quale l’artista ha scelto di disintossicarsi anche dalle influenze negative, dai social network e dall’aspetto più tossico del proprio lavoro”. Il brano racconta della personale “bolla”, in cui è nato l’intero album.
Nel 2025 Marracash sarà il primo rapper in Italia a esibirsi in un tour negli stadi (prodotto da Friends & Partners). A giugno concerti da Milano a Messina con Marra Stadi25.