Si è fermato a Milano l’ormai iconico giro del mondo di Tatsuya Kushihara. L’influencer 19enne, che sui social ha raccontato tappa per tappa il suo viaggio intercontinentale, ha dovuto prendersi una pausa, sicuramente non prevista, nel capoluogo lombardo. Il motivo? È stato rapinato.
L’influencer giapponese, infatti, ha denunciato, durante un’intervista al Corriere della Sera, il furto del suo bene più prezioso, la sua bicicletta, ovvero il mezzo di trasporto, per lui, indispensabile, per muoversi da un Paese all’altro nel mondo: Slovenia, Tanzania, Bulgaria, Kenya, Turchia, Vietnam, Thailandia, Malesia e Singapore, tra i paesi visitati.
L’ultima tappa? Un McDonald’s di Via Farini, in zona Maciachini, dove si è verificato il furto della sua bici, e non solo. “Ho visto per terra i miei vestiti e gli oggetti da camping. Erano dentro le quattro borse attaccate alla bici. Che è sparita, mentre il resto sono riuscito a raccoglierlo – ha spiegato Kushihara – In quel momento un uomo si è avvicinato e mi ha rubato il telefono. Ho cercato di reagire ma sono arrivate altre persone. Credo fossero almeno cinque. Mi hanno colpito con calci e pugni“.
L’influencer, che durante la rapina stava finendo di editare un video, ha poi anche denunciato il furto di una GoPro, con cui registrava a bordo della bicicletta. La refurtiva è poi stata trovata, in parte, dallo stesso Tatsuya grazie alle funzioni di geolocalizzazione del telefono che il giapponese ha rintracciato usando un secondo cellulare: “Era in un palazzo in zona Navigli, sono andato lì domenica mattina insieme a un amico di un amico, ma non siamo riusciti a recuperarlo”.
Della bici, invece, nessuna traccia, ma questa disavventura, promette Kushihara, non intaccherà il suo viaggio: “La sto ancora cercando. Se non dovessi trovarla, ne comprerò un’altra. Se il viaggio continua? Sì, non voglio fermarmi. La prossima tappa è il Portogallo”. Il suo giro del mondo, dunque, prosegue, anche grazie all’aiuto degli oltre 15mila fan che lo sostengono: “I miei follower in parte mi aiutano economicamente”, conclude Tatsuya.