Il braccio di ferro tra magistratura e governo sui migranti continua con il ministro dell'Interno che dà il via libera a nuovi trasferimenti in Albania, in virtù del nuovo decreto aggiornato al 23 ottobre con l'obiettivo di superare l'empasse creatosi dopo il primo viaggio, e un giudice di Catania che non ha convalidato il trattenimento di uno straniero proveniente dall'Egitto, perchè considerato «Paese non sicuro» (la stessa formula utilizzata dai giudici di Roma e dalla Corte europea).
Migranti, giudice di Catania non convalida un trattenimento: «Egitto Paese non sicuro». Piantedosi: «Verso ripresa trasferimenti in Albania»
Matteo Piantedosi non si scompone e dichiara che le operazioni di trasporto di migranti verso l'Albania «possono riprendere» e avverranno «appena ci saranno le condizioni logistiche di intercetto, di transito di migranti e poi il pre-screening di eventuali persone eleggibili per essere trasferite. Sono fiducioso» che il decreto sui Paesi sicuri approvato nei giorni scorsi possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell'autorità giudiziaria. «Se non lo fossi stato non le avremmo fatto».
Così il ministro dell'Interno a margine della riunione ministeriale del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile.
Piantedosi: «L'Albania è un progetto che non può non proseguire»
«Io - ha spiegato il ministro - ho sempre detto che le questioni giudiziarie si risolvono attraverso percorsi giudiziari. Noi abbiamo già fatto impugnazioni in Cassazione, alcune saranno decise anche relativamente presto. Tutte le questioni di diritto sono opinabili nell'ambito giudiziario. Eventualmente, non credo che riaccadrà, ma nel caso ci sono le sedi opportune». «E' un progetto - ha proseguito - che non può non proseguire. Al 2026 sarà regolamento europeo che entra in vigore sul quale i Paesi di frontiera come l'Italia sono obbligati. Quello che abbiamo fatto è un investimento necessario per predisporci in anticipo rispetto all'applicazione di una normativa europea e c'è tutta l'Europa che guarda a questa applicazione con molto interesse». La Libra è dunque pronta a recuperare un altro gruppo di migranti proveniente da Paesi sicuri da portare l'Albania. Quando avverrà il nuovo trasferimento? «Le tempistiche sono molto condizionate dalla presenze in mare», ha risposto il titolare del Viminale.
Nel frattempo però a Catania un giudice blocca il trattenimento di un egiziano che aveva i requisiti, secondo il governo, per essere trasportato in Albania. Per i giudici deve rimanere in Italia. Una lista di 'paesi sicuri' «non esime il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità" di tale «designazione con il diritto dell'Unione europea» e «in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani» che «investono le libertà di un ordinamento democratico». Lo scrive il Tribunale di Catania nel provvedimento con cui non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall'Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. «E' la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri», commenta il legale del migrante, l'avvocata Rosa Emanuela Lo Faro.
Nel provvedimento il giudice dichiara «irrilevante la questione di legittimità costituzionale sollevata dal richiedente protezione» e «non convalida il provvedimento del Questore di Ragusa con il quale è stato disposto di trattenimento» del migrante. La decisione è del presidente della sezione Immigrazione del Tribunale di Catania, Massimo Escher, che sottolinea la necessità, nel valutare il trattenimento, di esaminare la qualifica data all'Egitto, con il decreto legge del 23 ottobre 2024, che lo include «in una lista che non prevede alcuna eccezione, né per aree territoriali né per caratteristiche personali».
Per il Tribunale questa «qualificazione non esime il giudice dall'obbligo di verifica della compatibilità della designazione con il diritto dell'Unione europea, obbligo affermato in modo chiaro e senza riserve dalla Corte di giustizia europea nella sentenza della Gran Camera del 4 ottobre 2024». E l'Egitto, secondo il giudice, non è un Paese che abbia questi requisiti. «In Egitto - scrive il presidente Escher - esistono gravi violazioni di diritti umani che, in contrasto con il diritto europeo citato, persistono in maniera generale e costante e investono non soltanto ampie e indefinite categorie di persone (come dimostra l'inserimento tra le eccezioni della categoria dei 'difensori dei diritti umani', che individua l'esistenza di violazioni dei diritti di soggetti che agiscono per la stessa tutela dei diritti dell'uomo) ma anche il nucleo delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in sui ci inserisce la nozione di Paese sicuro secondo la direttiva europea». «Il presidente Escher - osserva l'avvocata Lo Faro - spiega che il decreto non va applicato perché l'Egitto non è un paese sicuro per svariati motivi derivanti dalle schede per la determinazione del ministero degli Esteri, e, ancora una volta, afferma che in Italia il diritto di asilo è previsto dall'articolo 10 della Costituzione e nessuna legge ordinaria lo può scalfire».