Minacciano con una pistola David Neres del Napoli per farsi consegnare il suo orologio: 3 arresti per il colpo da oltre 100 mila euro

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 3 arresti per il colpo da oltre 100 mila euro

| 14 Novembre 2024

“Ci devono dare 120mila euro!”. È con queste parole, intercettate dagli inquirenti, che i tre rapinatori di David Neres, calciatore del Napoli, festeggiavano il colpo messo a segno lo scorso 1° settembre. Il bottino? Un orologio Patek Philippe da 107mila euro, strappato al polso del giocatore al termine della partita Napoli-Parma. Oggi, tre persone sono finite in manette con l’accusa di concorso in rapina pluriaggravata: si tratta di Gianluca Cuomo (30 anni), Giuseppe Vitale (24 anni) e Giuseppe Vecchione (34 anni).

I tre presunti responsabili, ritenuti affiliati al clan camorristico Iadonisi del rione Lauro di Fuorigrotta, sono stati arrestati questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari. Le indagini, coordinate dalla Procura partenopea, hanno ricostruito la dinamica del furto: dopo la partita, Neres stava tornando in hotel a bordo di un minivan. Intorno a mezzanotte, il mezzo si è fermato a causa del traffico in una strettoia. È lì che uno dei rapinatori, in sella a uno scooter e armato di pistola, ha infranto il vetro posteriore del veicolo, costringendo il calciatore a consegnare un prezioso orologio Patek Philippe, dal valore stimato di 107mila euro. Subito dopo, i malviventi si sono dati alla fuga.

Secondo gli investigatori, il colpo era stato premeditato. Gli autori avrebbero individuato Neres già il giorno della sua firma con il Napoli, notando l’orologio di lusso al polso del calciatore. Grazie all’acquisizione di filmati di videosorveglianza e intercettazioni telefoniche, i Carabinieri hanno seguito i movimenti della banda, dal momento dell’uscita dallo stadio fino al luogo della rapina. Gli arrestati, secondo le autorità, appartengono al clan Iadonisi, attivo nella zona di Fuorigrotta, alle spalle dello stadio Maradona.

Determinanti per l’arresto sono state alcune intercettazioni che rivelano il tono quasi euforico dei rapinatori dopo il colpo. “Ci devono dare almeno 120mila euro,” si vantano in una delle conversazioni. E ancora: “È Tiffany & Co., ci siamo sistemati”. La polizia ha inoltre scoperto che, per nascondere le prove, i rapinatori si erano disfatti di abiti, caschi e scarpe, gettandoli direttamente in un compattatore: uno dei tre è stato ripreso mentre scendeva dall’auto di fuga solo con i calzini ai piedi. Un’auto utilizzata per recuperare i rapinatori è risultata appartenere al padre di uno degli indagati, un netturbino non coinvolto direttamente nell’operazione.

David Neres, profondamente scosso dall’episodio, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma fonti vicine al calciatore parlano di grande apprezzamento per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine.

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