Mor, bere bene a Trieste

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Un cocktail bar che ha cambiato la scena della mixology nella città giuliana, euello di Stefano Zuliani, e che punta tutto sulla capacità di accontentare ogni desiderio del cliente, il vero focus del locale. Ci sono alcuni cocktail signature interattivi come Impara l’arte, che spinge il cliente a improvvisarsi un pittore

Mor, bere bene a Trieste

Un set da pittore in miniatura mi arriva sul bancone. C’è un piccolo cavalletto sul quale è montata una piccola tela. Su una tavolozza ci sono tre colori, il rosso, il giallo e il blu, a mia disposizione. Vengo invitato a usare un pennello per disegnare quello che voglio. Non sono in un’aula di un liceo artistico ma in un bar triestino, al Mor (Misceliamo ogni ricetta, mi spiegano) anzi nl locale che ha cambiato la scena della mixology della città più lontana da tutto d’Italia. E tutto il kit costituisce il drink “Impara l’arte”, uno dei signature del locale e, nella sua interattività, tra quelli che fotografano meglio, anzi “dipingono” meglio la propensione al divertimento del locale. I colori hanno tre essenze diverse (vaniglia, lavanda e fiori di sambuco), possono essere sciolti in un bicchiere che costituisce il vero drink, che quindi cambia il suo sapore a seconda del colore che vi si intinge, poi uno può mangiare il tutto, distruggendo il proprio capolavoro.

Mor è stato creato otto anni fa da Stefano Zuliani, e mentre lo scrivo controllo sei volte di aver scritto bene, visto che pare che nessun giornalista abbia finora azzeccato il suo cognome peraltro nemmeno troppo complicato e vorrei essere il primo a riuscirci. Quando il locale aprì Trieste aveva una scena basata soprattutto du cocktail semplici e sciatti, una roba da rhum e coca. “La scelta iniziale – ci racconta Stefano – fu quella di fare un bourbon bar dopo un viaggio fatto nel Kentucky”. La scelta di whisky è ancora notevole, poi ci sono vini e birre e una insolita carta dei vermuth, che sono elencati in una lavagnetta a parte e sono serviti come fossero dei vini. “Incoraggiamo sempre i cliente a provarli, e devo dire che sono molto apprezzati dalla clientela soprattutto femminile”, dice Stefano.

Poi naturalmente ci sono i cocktail. La carta è divisa in due. Da un lato ci sono sei signature piuttosto scenografici ai quali appartiene il mio Impara l’arte (Milk Gin Mare, sciroppo di zucchero, essenza di limone, distillato di ghiaccio, bouquet di lavanda, vaniglia e fiori di sambuco) ma tra i quali ci sono anche Aria (vodka, vermuth bianco, cordiale di lemongrass, rosolio di bergamotto, acido citrico, soda) e Sette anni in Tibet (distillato di osmanthus, Blue Lie vodka, sciroppo di mele cotogne e acqua di karkadè). Poi c’è una sezione con un’altra decina di cocktail “più tranquilli”, come Fred e Ginger (bitter Campari, Professore vermuth rosso, cordiale vaniglia e passion fruit, ginger kombucha, Talisker Sky whisky), Relax Mule (Wild Turkey Bourbon alla camomilla, sciroppo di cedro, lime e ginger beer) e Don Vito Corleone (rosolio di bergamotto, mastiha, gin, sciroppo di gelsomino e succo di limone). Ma naturalmente ogni desiderio del cliente può essere accontentato. “Di base – assicura Stefano - facciamo tutto quello che ci chiedono, al massimo nella giornata storta se manca un ingrediente un drink lo twistiamo un po’, per una questione di orgoglio non diciamo mai di no. Il focus è sul cliente, fare un buon cocktail lo diamo per assodato”. E buono è la variazione del Boulevardier che mi viene servita, a base bitter Campari, vermouth Seri Pervas, sbilanciato sull’amaro, whisky torbato, un goccio di cioccolato, soluzione salina, uno “splash” di liquore alla ciliegia, e come side una oliva verde ricoperta di cioccolato bianco. Una sartorialità che è il punto forte del locale. “Tu puoi venire qui decine di volte e non esaurire mai la proposta. Certo questo costituisce anche un problema perché ci chiedono di tutti e abbiamo bisogno di grandi professionalità che non è sempre facile trovare”.

Mor è stato rifatto nel marzo 2023, ora tutti i posti del locale hanno un’altezza di appoggio di 150 centimetri come il bancone, ciò che vuol dire che la sala entra nel bancone e viceversa. Il menu cambia ogni sei mesi all’incirca e pare che nella community triestina dei fan di Mor la cosa sia un evento.

C’è anche una piccola carta di cibo con molti prodotti locali, alcuni maritozzi salati, focacce e taglieri. Mor si trova a Trieste in via Torino, 18. E’ aperto tutti i giorni dalle 18 all’1 di notte, venerdì e sabato fino alle 2.

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