Mostre, Milano fa il pieno di arte. Da Niki de Saint Phalle e le sue Nanas colorate all’Adorazione di Botticelli: mini-guida per orientarsi

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In questa ultima porzione del 2024, Milano si conferma come una delle città più attraenti per mostre d’arte in corso. FqMagazine ne ha selezionate alcune per i suoi lettori.

Alla Triennale, fino al 12 gennaio, è in corso la mostra dedicata a Gae Aulenti che omaggia uno dei più importanti designer e architetti italiani del Novecento grazie a una mostra che ne celebra il genio creativo grazie a un allestimento suggestivo.

Fino al 9 febbraio 2025 da non perdere nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale Baj baj chez Baj, la mostra dedicata a cento anni dalla nascita a Enrico Baj, uno dei protagonisti della neoavanguardia italiana e internazionale, che propone un’ampia retrospettiva che ripercorre i temi e i soggetti della sua lunga e poliedrica esperienza.

Se poi qualcuno si reca al Museo delle Culture di via Tortona, tra le varie esposizioni, ne trova un paio che meritano di essere visitate. La prima è dedicata a Niki de Saint Phalle, retrospettiva antologica completa che non ha precedenti in un museo italiano e celebra l’artista franco-americana conosciuta per le sue grandi e colorate Nanas, ma che ne rivela anche il lato impegnato attraverso una diversa lettura della sua opera. La seconda mostra si intitola Da Dubuffet all’Art Brut e racconta la potenza espressiva dell’Art Brut, cioè la visione artistica e rivoluzionaria da cui hanno tratto ispirazione molti artisti contemporanei e che ancora oggi continua ad essere vitale. L’Art Brut originò nella Parigi postbellica, lontano dalle sale dei musei d’arte e dai salotti raffinati e la sua definizione e teorizzazione fu appannaggio dell’artista e teorico francese Jean Dubuffet, capace di presentare un’arte grezza, pura, non filtrata, insomma l’esatto contrario di tante correnti artistiche che l’avevano preceduta. Entrambe le mostre del Mudec proseguiranno fino al 16 febbraio.

Sempre alla Triennale si è aperta da poco – e proseguirà fino al 16 marzo 2025 – la mostra che celebra Elio Fiorucci a dieci anni dalla sua scomparsa. L’esposizione si propone di analizzare le dimensioni creative dell’imprenditore e designer milanese. Il suo marchio, a partire dagli anni Sessanta, ha rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia, contribuendo non poco alla nascita di mode e gusti del pubblico.

Fino al 2 febbraio, ancora Palazzo Reale ospita Ugo Mulas. L’operazione fotografica, ampia e dettagliata retrospettiva che celebra Milano, colta nelle sue molteplici sfaccettature attraverso l’obiettivo di uno dei suoi autori più importanti. Il percorso espositivo prevede oltre 250 immagini, molte delle quali inedite, scatti datati, documenti, libri e filmati, che ripercorrono l’intera produzione di Ugo Mulas: dal teatro alla moda, dai ritratti di artisti internazionali, protagonisti della Pop art americana, a intellettuali, architetti, e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.

  • 1/5 RETROSPECTIVE EXHIBITION ON FRENCH-US ARTIST NIKI DE SAINT PHALLE
  • 2/5 Federico_Barocci_-_Virgin_and_Child_with_Sts_Simon_and_Jude_(Madonna_di_San_Simone)_-_WGA01299
  • 3/5 01 Mostra picasso lo straniero declinazioni web opera intera
  • 4/5 munch-1200-1200×630
  • 5/5 1964_Baj_Parata a sei

A man looks at sculptures displayed during a preview of a retrospective exhibition on French-US artist Niki de Saint Phalle (1930-2002) at the Guggenheim Museum in Bilbao city, Basque Country, northern Spain, 26 February 2015. The retrospective, the first major exhibition devoted to De Saint Phalle in twenty years, runs from 27 February to 11 June 2015. EFE/Miguel Tona

Ancora Palazzo Reale, fino al 26 gennaio, fa da cornice a Munch. Il grido interiore, la grande mostra allestita in concomitanza con l’80esimo anniversario della sua morte, una monografica dedicata a uno degli artisti più amati e popolari del secolo scorso, durante la cui carriera ha esplorato questioni esistenziali sfidando le espressioni dell’arte. Per l’occasione si potranno ammirare 100 opere tra dipinti, disegni e stampe, tutte provenienti dal museo che porta il suo nome.

Sempre a Palazzo Reale, fino al 2 febbraio, da non perdere Picasso lo straniero, esposizione che richiama il momento in cui l’artista è arrivato a Parigi per la prima volta, nel 1900, senza parlare una parola di francese. In 90 opere, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, dà spazio a una nuova e coraggiosa interpretazione dell’artista, affrontando tematiche del nostro presente e rivelando una storia affascinante a partire da numerosissimi documenti inediti.

Concludiamo questa rassegna di indicazioni, segnalando l’esposizione di due opere singole, proprio in occasione del periodo delle feste natalizie, di fine e inizio anno.

Dal 4 dicembre fino al 12 gennaio, nella Sala Alessi di Palazzo Marino – il grande e storico salone di rappresentanza del Comune di Milano – si potrà ammirare un dipinto capace di generare grandi suggestioni, la Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda (nota come La Madonna di San Simone) realizzata da Federico Barocci, una grande pala d’altare proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dove si conservano alcuni tra i più importanti dipinti dell’artista urbinate, e che da giugno a ottobre scorsi è stata tra le opere protagoniste della grande mostra dedicata al famoso pittore urbinate.

Infine al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, in piazza Sant’Eustorgio, fino al 2 febbraio si può ammirare L’adorazione dei Magi di Sandro Botticelli, il capolavoro caro ai Medici, proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, e realizzato intorno al 1475, in cui l’autore evidentemente si autoritrae sulla parte destra. E se poi amate davvero la pittura rinascimentale, gioverà ricordare che a Milano vi è un solo altro capolavoro di Botticelli. Si trova nella collezione permanente del Museo Poldi Pezzoli ed è il famoso Compianto sul cristo morto, opera capitale di straordinaria bellezza e fascino. Altrettanto da non perdere. In fin dei conti dal Museo Diocesano al Poldi Pezzoli son solo 30 minuti a piedi: può valerne la pena.

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