Chiamate con prefisso spagnolo sui telefoni cellulari sono ormai all'ordine del giorno: di cosa si tratta e perché non bisogna mai rispondere
Sono sempre più frequenti le segnalazioni degli utenti italiani su strane telefonate apparentemente straniere con il prefisso telefonico +34, ossia quello della Spagna: quasi quotidianamente a migliaia di persone il telefono squilla con quel prefisso internazionale ma è bene non cedere alla tentazione di rispondere perché si tratta di una nuova truffa.
Cosa può succedere
Gli esperti spiegano che, in realtà, quella telefonata non arriva dal continente iberico ma sfrutta una numerazione VoIP (che viaggia sulla rete Internet) così da provare ad evitare le eventuali indagini delle forze dell'ordine quando vengono inoltrate denunce per truffa. In questo modo i malintenzionati cercano di sottrarre dati sensibili con la tecnica del vishing, più comunemente chiamato phishing vocale, "che utilizza il telefono come strumento per appropriarsi di dati personali - specie di natura bancaria o legati alle carte di credito - e sottrarre poi somme di denaro più o meno ingenti", spiega molto chiaramente il Garante della Privacy.
Come avviene la truffa
La regola non sfugge nemmeno alla novità del prefisso "+34": dopo l'iniziale telefonata le vittime vengono illuse che dall'altro lato ci sia un operatore bancario che, con la scusa di "anomalie", chiede di eseguire procedure totalmente false che valgono soltanto per potersi appropriare di numeri di carte di credito, bancomat e quant'altro. Molto spesso al di là della cornetta non c'è un operatore fisico ma una voce registrata che chiede di spostare la conversazione su WhatsApp dopo aver salvato il numero: è anche lì che si può consumare la truffa specialmente se viene richiesto di cliccare su link che reindirizzano a pagine fraudolente. "Questo schema, se non riconosciuto, può portare a furti d’identità o perdite economiche ingenti. Sapere come funziona questa truffa e adottare strategie preventive è fondamentale per proteggere voi e i vostri dati", aggiunge il Garante.
Altre casistiche prevedono l'invio di un messaggio di testo (sms) con un codice di conferma che deve essere letto ad alta voce dalla vittima: è in quel momento che i truffatori possono accedere ai conti correnti e trasferire del denaro se poco prima erano entrati in possesso dei dati di bancomat e carte di credito.
Come difendersi
Sottolineando che la propria banca non chiederà mai, telefonicamente, i dati sensibili, le due procedure più immediate e sicure riguardano innanzitutto la non risposta telefonica: subito dopo, nei moderni smartphone è possibile bloccare quel numero in modo tale che siamo sicuri non richiamerà. Purtroppo non sarà mai abbastanza perché queste truffe avvengono con centinaia di prefissi telefonici diversi, è quindi probabile che si possa essere ricontattati.
Altre opzioni riguardano i filtri anti-spam che possono essere attivati: in questo modo non si avranno problemi se il numero telefonico in questione non è già salvato in rubrica ma anche scaricare app ad hoc che riconosco e segnalano in tempo utile la chiamata fraudolenta.