Parigi-Bercy, Rublev si prende a racchettate per la rabbia e il ginocchio inizia a sanguinare – Video

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Parigi-Bercy, Rublev si prende a racchettate per la rabbia e il ginocchio inizia a sanguinare – Video

L'ennesimo gesto di frustrazione del tennista russo

| 30 Ottobre 2024

Ancora una volta la rabbia ha preso il sopravvento su Andrey Rublev. Durante il match contro Francisco Cerundolo – valido per il Masters 1000 di Parigi-Bercy – il tennista russo si è lasciato andare all’ennesimo gesto di frustrazione e autolesionismo. Rublev si prende a racchettate sul ginocchio sinistro con così tanta violenza e foga da procurarsi un taglio. In vantaggio 5-2 nel primo set, il russo è andato sotto 5-6 per poi perdere al tie-break. L’ira si scatena poco dopo, quando Cerundolo gli toglie il servizio. Rublev è poi uscito sconfitto in due set (7-6; 7-5).

Can somebody get Rublev some mental help? A mental coach? Therapy? Something?

This is getting out of hand. pic.twitter.com/mQ3uXa1ZRC

— Scott Reichel (@ReichelRadio) October 29, 2024

Già nel finale del primo set Rublev si era seduto in panchina gettando per terra con forza le bottigliette poste lì vicino.

Très beau strike de bouteille par Rublev ????
pic.twitter.com/f3mDd3Iz1h

— TennisTemple (@tennistemple) October 29, 2024

Dopo Wimbledon, adesso Parigi: l’ennesimo gesto
Come molte volte è già successo nel suo recente passato, anche a Wimbledon il russo aveva ceduto al nervosismo cominciando a colpirsi violentemente con la racchetta sul ginocchio. Una, due, tre, quattro, poi cinque volte. Senza riuscire a fermarsi. Era successo nel corso del terzo set del match di esordio dello Slam sull’erba di Londra: in quel momento il punteggio era ancora di un set pari. Poi Rublev ha perso la partita 6-4 5-7 6-2 7-6(5) contro l’argentino Francisco Comesana. “Non lo farei se potessi colpire con la racchetta il terreno. Non ci è permesso sbatterla sull’erba.. quindi non so.. in quel momento non ne potevo più. Avevo bisogno di far uscire le emozioni. Ma grazie. Va tutto bene…”. Poi però Rublev aveva ammesso: “In generale si tratta di cercare di migliorarsi. È un processo e richiede tempo“.

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