12 Dicembre 2024 5:01
L’ultimo obbligo di indossare la mascherina, quello riferito ai contesti sanitari, è decaduto a giugno 2024. Ancora oggi però è piuttosto comune vedere persone indossarla. In alcune circostanze questo gesto potrebbe essere il sintomo di un disturbo ansioso o un residuo dell’ansia sociale innescata dalla pandemia.
Trauma. La parola deriva dal greco e significa ferita. Anche se non sono trascorsi nemmeno cinque anni da quel 9 marzo 2020 che segnò l'inizio ufficiale del lockdown in tutta Italia, è chiaro ormai a tutti che la pandemia è stata un trauma collettivo di portata epocale. E come ogni ferita ha lasciato su di noi le sue cicatrici, sia come individui che come società. Alcune sono state da subito visibili, l'aumento dei disturbi d'ansia è forse la più evidente, ma ce ne sono altre, più difficili da riconoscere e di cui forse non siamo ancora del tutto consapevoli.
Di questo trauma la mascherina è stata forse il simbolo più emblematico: le abbiamo cercate, acquistate in maxi scorte, sono state la prima arma che ci è stata offerta "per proteggere noi stessi e gli altri". E alla fine, dopo mesi e poi anni, le abbiamo anche odiate, stanchi di tutto quello che ormai rappresentavano. Ecco, perché vederle indossate ancora oggi, soprattutto sui trasporti pubblici, da persone, almeno apparentemente sane, può lasciare quanto meno perplessi. A Fanpage.it ne abbiamo parlato con Ilaria Riboldi e Cristina Crocamo, due ricercatrici del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università Bicocca di Milano, che hanno condotto diversi studi sull'impatto del Covid-19 sulla salute mentale, nello specifico sull'ansia sociale.
Le mascherine non sono più obbligatorie
Ricordiamo infatti che l'ultimo obbligo in materia, quello di indossare le mascherine all'interno delle strutture sanitarie, è scaduto il 30 giugno 2024 e non è stato più rinnovato. Il Ministero della Salute si è limitato a conservarlo come raccomandazione, rimettendo ai direttori sanitari il compito di "valutare l’opportunità di disporre l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti".
Al di fuori dei contesti sanitari, in concreto, sono quindi molto limitate le categorie di persone per cui è consigliato utilizzare ancora mascherina. "Oggi la mascherina andrebbe indossata unicamente dai gravi immunocompromessi (ematologici e trapiantati di midollo neutropenici o altre situazioni di gravissima immunodepressione) per proteggersi e da tutti quelli che abbiano sintomi di influenza o altre infezioni delle vie respiratorie per proteggere gli altri", ha confermato a Fanpage.it Matteo Bassetti, direttore dell’unità di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Abitudine o atteggiamento ansioso?
Quali possono essere quindi i fattori che spingono comunque le persone a continuare a indossare la mascherina? "Dal punto di vista clinico spiegherei il fenomeno con due chiavi possibili: da una parte c'è tutta la tematica delle possibili conseguenze collegate al disturbo da stress vissuto da molte persone durante l'emergenza sanitaria, soprattutto da chi ne ha visto le conseguenze più drammatiche in prima persona, come la perdita di un familiare. In questi casi è plausibile quindi che il trauma abbia lasciato una sorta di ansia irrazionale anche in coloro che oggi non avrebbero motivo di sentirsi in pericolo di contagio", spiega Riboldi.
Tuttavia, il bisogno di indossare ancora la mascherina non necessariamente è da ricollegare a una risposta di tipo ansioso. "Al di là dell'eventuale presenza di una condizione psicologica – prosegue l'esperta – alcune persone sono più inclini a sviluppare delle abitudini da cui poi fanno fatica a liberarsi, a prescindere da quello che richiederebbe il contesto".
Il possibile legame con l'ansia sociale
Riboldi e Crocamo hanno condotto uno studio su un gruppo di studenti per analizzare l'impatto della pandemia sulle loro interazioni sociali e il loro approccio all'altro. "Dalla nostra ricerca è emerso come l'isolamento sociale imposto durante la pandemia, se da una parte ha rappresentato una difficoltà per molti, dall'altra, quando poi si è tornati alla normalità, abbandonarlo è stato altrettanto difficile. Per molti ritornare a ristabilire il contatto con l'altro non è stato così semplice, perché l'isolamento sociale ci permetteva di non esporci all'altro".
Questa chiusura trova una rappresentazione quasi simbolica nella mascherina, che nascondeva il nostro volto agli occhi degli altri: "In questo senso, la mascherina conserva quel significato di barriera e chiusura che soprattutto chi era già incline a qualche forma di ansia sociale potrebbe trovare forse in parte rassicurante, come se in qualche modo ci proteggesse dall'altro", ipotizzano le ricercatrici, "è un dato di fatto che la pandemia abbia fatto aumentare l'ansia sociale, perché ci ha fatto perdere l'abitudine di stare con le persone, di relazionarci con l'altro".
Perché indossiamo le mascherine
Come si collega l'attaccamento alla mascherina a un disturbo di tipo ansioso? "Concretamente l'ansia può innescare – proseguono le ricercatrici – comportamenti irrazionali che ci danno l'illusione di rassicurarci, come appunto mettere la mascherina per sentirsi al sicuro dal rischio di contagio. Tuttavia, alla base non c'è una consapevolezza in qualche modo oggettiva, ovvero questo gesto non si basa sulla sua effettiva capacità di proteggerci. Il rapporto causa-effetto è molto labile nel comportamento irrazionale di natura ansiosa".
Difatti, questo bisogno, abbastanza comune, di indossare ancora la mascherina, potrebbe risultare apparentemente contraddittorio con la forte sfiducia nei confronti del vaccino, che invece è stato raccomandato dal Ministero della Salute soprattutto negli over 60. Eppure, in questa fascia d'età il tasso di copertura della campagna vaccinale nella stagione autunno-inverno non ha superato il 5,7%.
Quando non va sottovalutato
Quindi, per fare il punto, se si volesse provare a spiegare in termini psicologici perché molti indossano ancora la mascherina, le risposte potrebbero spaziare dalla semplice natura abitudinaria di alcuni a una reazione di tipo ansioso, più o meno significativa, a cui potrebbe aver contribuito il trauma della pandemia.
Ci sono casi in cui questo bisogno non va sottovalutato? "In realtà – proseguono le esperte – non è così contraddittorio. Nella percezione e sensibilità comuni, soprattutto delle persone meno esperte, i vaccini si portano dietro il peso di essere stati associati al dibattito sui presunti rischi o effetti collaterali. Invece la mascherina non è stata mai inserita in discorsi che avrebbero potuto favorire delle paure o dei meccanismi ansiosi".
Sebbene il bisogno di utilizzare la mascherina – è bene ribadirlo – non per forza indichi un disturbo ansioso, vale la pena valutare le modalità con cui questo si manifesta. Se infatti è accompagnato da altri sintomi di ansia sociale o atteggiamenti germofobici – spiegano le ricercatrici – può essere utile non sottovalutarlo perché potrebbe essere qualcosa di più di una semplice abitudine.