di Alberto Sofia | 19 Novembre 2024
“Ho visto Giulio Regeni che usciva dall’interrogatorio, sfinito dalla tortura. Era tra due carcerieri che lo portavano a spalla, lo riportavano alle celle”. Questo il racconto di un ex detenuto palestinese in un video di Al Jazeera mostrato in Aula nel corso del processo sul sequestro, le torture e l’omicidio del giovane ricercatore universitario.
Imputati nel processo sono 4 quattro 007 egiziani: ovvero, Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).
Nel corso dell’udienza, davanti ai giudici della corte d’assise di Roma, parte del reportage è stato trasmesso in aula, con la testimonianza dei due teste: “Ho visto Giulio il 29 gennaio 2016, tra il pomeriggio e la sera, mentre usciva dalla palazzina del carcere e dalla palazzina dove sono le celle. Passando nel corridoio, diretto al luogo dove avveniva l’interrogatorio. C’erano anche ufficiali che non avevo mai visto prima. Giulio era ammanettato con le mani indietro, con gli occhi bendati. Era a circa 5 metri da me. Indossava una maglietta bianca, pantalone larghi e blue scuro”, ha raccontato l’altro ex detenuto.
E ancora: “Insistevano molto con la domanda a Giulio: ‘Dove hai imparato a superare le tecniche per affrontare l’interrogatorio’. Ricordo più volte questo interrogativo, pure in dialetto egiziano. Non so se Giulio ha risposto, ma insistevano molto su questo punto, erano nervosi. Usavano la scossa elettrica e lo torturavano”. “Siamo stati sequestrati, detenuti e poi liberati senza un perché. Non ho mai avuto un processo”, hanno concluso i due teste.