“Quest’anno siamo partiti molto tardi con Report, perché qualcuno in Rai ha pensato di dare tutto lo spazio del lunedì a Giletti…”: parla Sigfrido Ranucci

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 parla Sigfrido Ranucci

Il giornalista non aveva presenziato lo scorso luglio alla presentazione dei palinsesti Rai mostrando una certa insofferenza nei confronti dei vertici Rai, un sentimento che a pochi giorni dal debutto non sembra differente. A partire dalla programmazione, “Report” andrà in onda dalle 20.30, occupando anche lo spazio che nella scorsa stagione era affidato a “Che Sarà” di Serena Bortone: “Quest’anno duriamo mezz’ora di più ma non lo abbiamo chiesto noi, lo specifico. Dovrebbero darti delle risorse. Infatti ci siamo inventati questo Report LAB fatto con i ragazzi che sono i più giovani della redazione. Noi l’apriamo anche a collaboratori che sono sul territorio, sarà una specie di Report regionale, un laboratorio. L’idea, del resto, era nata dialogando con Franco Di Mare, è un’idea di qualche anno fa che non abbiamo potuto portare a termine per via dei numerosi avvicendamenti nei vertici Rai e adesso per necessità la tiriamo fuori nel segno del rispetto delle risorse pubbliche”, ha spiegato a “Un giorno da pecora” su Radio 1.

Ranucci, stuzzicato dai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: “Quest’anno siamo partiti molto tardi (lo scorso anno debuttò l’8 ottobre, ndr) perché c’è qualcuno che ha deciso in Rai di dare tutto lo spazio del lunedì a Giletti che ha fatto spostare con la programmazione Iacona. Iacona è venuto davanti a noi e ci hanno spostato come un pacco postale. Giletti ha fatto bene il suo perché è quello che avrei chiesto pure io, qualcuno ha deciso che era meglio così. Io lo voglio vedere come un atto di stima nei confronti di Report, dove lo metti lo metti”.

Il titolo di punta del servizio pubblico non è abbastanza tutelato, almeno secondo Ranucci: “Basta andare a vedere la differenza di considerazione, di protezione, di valorizzazione che non sta nell’aumentare lo spazio, ma nell’aumentare la qualità di quello che offri. Stiamo parlando dell’impresa culturale del Paese. Io se faccio lo 0,5% in meno di share non ci dormo una settimana, quindi per me la qualità conta. E non è vero che la qualità è disgiunta dal risultato. Anche le repliche sono andate molto bene, però sono state tagliate e ancora nessuno mi ha spiegato perché: sono amareggiato”, ha concluso il conduttore.

Il sito Dagospia in serata ha espresso dubbi sulla sua permanenza in Rai, accennando a un’offerta ricevuta dal giornalista ai primi di settembre da Urbano Cairo. L’editore di La7 gli avrebbe chiesto di traslocare: “Una proposta che Cairo già fece dopo la scomparsa di Andrea Purgatori. Più di recente si era fatta sotto il Nove e all’invito di Lilli Gruber di tornare a ‘Otto e mezzo’ lunedì prossimo, Sigfrido ha sorriso: ‘Sto così bene qui'”.

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