Si chiama Federico Sacchetti e ha 54 anni, il professore di scienze motorie che insegna all’istituto “Maccari” e che ieri mattina ha salvato la vita ad studentessa diciassettenne che stava per buttarsi di sotto dal parcheggio della Conad, in via Aonio Paleario a Frosinone.
Professore chi l’ha informata di quello che stava accadendo?
« Voglio premettere che non so come, alle 7.35 mi trovavo già nella sala professori. Ad un certo punto mi è arrivata la telefonata di una collega che insegna alla succursale di Piazza San Tommaso D'Aquino, la quale mi ha detto che passando davanti al supermercato aveva visto una ragazzina che seduta sulla balaustra minacciava di gettarsi nel vuoto. A quel punto sono accorso immediatamente in completa autonomia. Ho pensato ai genitori».
In che senso?
«Essendo padre di due figli di 24 e di 22 anni il mio pensiero è andato subito alla mamma e al papà. Io dovevo fare il possibile per salvarla. Nel frattempo la direttrice dell'Accademia delle Belle Arti che si trovava anche lei a passare ha allertato il 118 e le forze di polizia»
Come è riuscito a convincerla a desistere dal suo gesto?
«In realtà ho subito provato a parlarle per vedere se da parte sua poteva esserci una reazione di rifiuto. Temevo che mi dicesse che se continuavo ad avvicinarmi si sarebbe gettata di sotto. Per fortuna non è stato così.
A quel punto sono andato oltre, chiedendole di ascoltare quello che avevo da dire».
Cosa?
«Le ho chiesto, perché stai facendo questo? Abbiamo tante cose da fare insieme, tra poco andremo tutti alla settimana azzurra ( si tratta di una vacanza nella quale i ragazzi potranno cimentarsi con la vela ndr) ho capito che mi stava ascoltando e quando si è girata e mi ha detto in lacrime che in questo momento lei stava male, ne ho approfittato e con un guizzo l’ho afferrata tirandola dentro. Mi sono trovato, così, abbracciato a lei, per paura che potesse scappare ancora l’ho stretta forte a me. Poi l'ho accarezzata, l'ho coccolata continuando a ripeterle che sarebbe andato tutto bene. Dalla strada ho sentito uno scroscio di applausi. Soltanto in quel momento ho pensato di avercela fatta».
Le ha detto perché stava male?
«No, ma questi ragazzi hanno molte fragilità, dobbiamo stare più vicini a loro, fargli sapere che non siamo nemici»
E dopo com’è andata?
«La ragazzina è stata affidata alle cure dei medici dell’ambulanza del 118. I genitori che sono stati avvisati, hanno raggiunto la figlia in ospedale, importante è che stesse e che loro potessero abbraciarla».
Per tutti è diventato il professore “eroe” quello che è riuscito a sventare un tentato suicidio...
«Io non credo di essere un eroe, penso di aver agito come avrebbe agito un padre. Soltanto adesso a distanza di ore ho realizzato quello che sarebbe potuto accadere. E sinceramente dopo tutta l’adrenalina che ho consumato, ora mi sento davvero spossato. E' difficile da spiegare, ma so che ci vorrà del tempo per riprendermi da questa esperienza, che seppure ha avuto un lieto fine non mi ha lasciato indifferente».
Lei vive tutti i giorni con tanti ragazzi, vede le loro fragilità, cosa si sente di dire ai genitori?
«Di parlare con i figli, di ascoltarli, e di non lasciarli mai da soli. Loro debbono sapere che noi genitori ci saremo sempre e che lotteremo in caso di avversità, al loro fianco» .
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