"Sapeva con chi faceva affari": ecco perché Becciu è stato condannato

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La sentenza arriva 10 mesi dopo la condanna del monsignore per la svendita di Sloane Square

 ecco perché Becciu è stato condannato

C’è voluto quasi un anno, alla faccia del processo equo. “È stato monsignor Angelo Becciu a proporre all'Ufficio l'Operazione Angola in base alla sua pregressa conoscenza ed amicizia con l'imprenditore Mosquito", l'operazione cioè che ha dato il via alla vicenda legata alla compravendita del palazzo di Sloane Square a Londra. Sono state depositate ieri le motivazioni della sentenza che ha chiuso il processo contro il porporato che si è chiuso nel dicembre 2023, al termine di 86 udienze di dibattimento. Alla sbarra c’era il cardinale Giovanni Angelo Becciu e Raffaele Mincione, entrambi riconosciuti colpevoli di peculato; Enrico Crasso per il reato di autoriciclaggio; Gianluigi Torzi e Nicola Squillace per truffa aggravata e Torzi anche per estorsione in concorso con Fabrizio Tirabassi, lo stesso Tirabassi per autoriciclaggio. Becciu e Cecilia Marogna erano stati ritenuti colpevoli di truffa aggravata.

Lo stesso cardinale ha riconosciuto che "non c'era mai stato prima l'affidamento di una somma così ingente ad un solo soggetto” e che “non poteva certo sfuggire ad una persona dall'esperienza e delle capacità riconosciute all'allora sostituto Becciu" chi fosse Raffaele Mincione, una delle figure principali della faccenda, sia per informazioni di stampa, sia per le notizie raccolte dalla Gendarmeria vaticana che aveva sconsigliato di mettersi in affari con lui, per cui Becciu paga “l’uso illecito di quei beni pubblici ecclesiastici di cui l'allora Sostituto aveva la disponibilità in ragione del suo ufficio e dei quali ben conosceva la natura e, conseguentemente, i correlati limiti legali di impiego”.

La difesa guidata da Fabio Viglione non avrà gioco facile in appello a ribaltare la sentenza. E però si continua a ritenere Becciu responsabile penalmente di un investimento sbagliato, il Tribunale se la prende persino con i giornali “innocentisti” che riportano la sua difesa, che si basa sostanzialmente sul fatto di non aver preso una lira."A nulla rileva che egli non abbia inteso agire con finalità di lucro, né che non abbia conseguito alcun vantaggio". Dunque si punisce il peculato senza la pecunia. Che non abbia avuto un centesimo èinsignificante. Non importa che non abbia avuto vantaggi … o che non si comprende perché avrebbe dovuto avvantaggiare persone sconosciute. Gli si attribuisce una sorta di responsabilità di posizione.

Quando a Perlasca, che da colui che ha imbeccato a Becciu i dossier con gli investimenti sbagliati dicendogli di firmare affari decisi da altri e vidimati dal Papa, è diventato teste chiave dell’accusa, la sentenza dice che nel suo caso “manca l'elemento psicologico del reato”.

Esattamente quello che però i giudici attribuiscono a Becciu, che però non ha intascato nulla.

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