Scuole private per i figli dei Ferragnez. E allora?

Quando si dice l’invidia sociale. Chiara Ferragni e Fedez hanno trovato un accordo matrimoniale, e fin qui tutto normale, come qualsiasi coppia. A scatenare la rabbia dei social è invece il fatto che Fedez pagherà ai figli una scuola privata che costa ventimila euro all’anno. E allora? Manderanno i figli dove vogliono? Se lo possono permettere, qual è il problema? Che molti non se lo possono permettere? Quindi non va bene se Zuckerberg o Bezos hanno yacht giganteschi rispetto a chi può permettersi al massimo un gommone? Tra i commenti su X leggo Walter Fichera, il cui post sintetizza bene tutto il livore dei social: «Che cazzo insegnano a questi bambini per 20000 euro l’anno? Come minimo a 11 anni sanno pilotare lo Space X e sfondano Sinner a tennis altrimenti non si spiega». Ma che significa? Anzitutto Walter Fichera, nella cui bio di X si legge che scrive per radio e tv, dovrebbe persare a andare in una scuola privata magari più aggiornata di quelle pubbliche: quella pubblica non gli è servita, visto che lo Space X non esiste, non si pilota, non è un’astronave, non è la Starship, ma la società spaziale di Elon Musk.

Quali differenza ci sono? Spesso molte. Le scuole statali dovrebbero essere a livello di quelle private, dove per esempio hanno insegnanti madrelingua inglesi e a otto anni i bambini parlano inglese meglio di un inglese? Certo che sì, ma finché non sarà così mi sembra ovvio che chi se lo può permettere mandi i figli dove avranno un’istruzione migliore.

D’altra parte è così per tutto: puoi stare nella corsia di un ospedale pubblico o rimanere in lista d’attesa sei mesi per fare una TAC, se te lo puoi permettere vai in una clinica privata, perché non dovresti farlo? Gli stessi social su cui esprimete la vostra invidia sociale appartengono agli uomini più ricchi del mondo, non dovreste usarli. Ma lo fate, magari con l’ultimo modello di iPhone, che qualcuno paga anche a rate pur di averlo. Anche lì, saranno fatti suoi. Non siamo in un paese comunista, per fortuna.