"Se la linea politica è in discussione ne trarrò le conclusioni". Conte chiama i suoi al voto

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La fronda di Conte del M5s teme sabotaggi da parte dei fedelissimi di Grillo e della vecchia guardia e così l'ex premier punta all'all-in giocandosi il tutto per tutto

"Se la linea politica è in discussione ne trarrò le conclusioni". Conte chiama i suoi al voto

Abbandonato da Beppe Grillo, dai "generali" e inviso a gran parte della base, ora Giuseppe Conte è costretto a lavorare per la costruzione di un'organizzazione che si discosti da quello che è stato il Movimento 5 stelle che l'ha preso a bordo, e fatto diventare inaspettatamente presidente del Consiglio, ma che non sia troppo diverso per non perdere i voti residui, anche se pochi. "Voglio fare un appello a tutti gli iscritti: dal 21 al 24 novembre avete la possibilità di votare e decidere del futuro del Movimento 5 stelle. Le questioni le avete poste voi, le soluzioni le avete indicate voi. Non resta adesso che votare per definire i nuovi obiettivi strategici del M5S", ha detto l'avvocato ai microfoni di RaiNews24.

Conte continua a chiamarlo M5s ma non è chiaro per quanto ancora potrà farlo, visto che il nome non gli appartiene, al pari del simbolo, e Grillo (e i suoi sodali) non sembrano particolarmente propensi a lasciarglielo utilizzare. Le parole dell'ex premier tradiscono una certa tensione, soprattutto perché sull'assise aleggia lo spettro di un ampio astensionismo, che sarebbe il primo campanello d'allarme, anche se non la pietra tombale, del movimento di Conte che deve ancora nascere. "Nell'ambito di questo processo della Costituente", spiega ancora Conte ai microfoni Rai, rientra "la nostra definizione di identità, la nostra collocazione, le possibili alleanze ed è giusto che la comunità degli iscritti faccia sentire la sua voce, esprima le sue soluzioni e sia chiamata a valutare e a decidere". Fino a questo momento, prosegue Conte nella sua intervista, "c'è stata una linea politica sin qui attuata: c'è stato un percorso. Se questo percorso verrà messo in discussione è giusto che il sottoscritto ne tragga tutte le conclusioni".

Tra le fila del M5s fedele a Conte c'è allerta se l'astensionismo dovesse essere maggiore rispetto a quello fisiologico sarebbe una Caporetto e i parlamentari già avanzano sospetti per un "lavoro sotterraneo" che starebbe facendo la "vecchia guardia grillina" per "sabotare il voto". Secondo loro ci sarebbero movimenti dubbi, "qualcuno sta giocando sporco facendo una campagna sotterranea per il non voto. Alla faccia dell'uno vale uno".

La campagna, spiegano, avrebbe l'obiettivo di anestetizzare l'intera comunità e che può inficiare o orientare la votazione su temi in cui il non raggiungimento del quorum segnerebbe una distinzione politica che, viene spiegato da fonti M5s alla Camera, "difficilmente potrebbe vedere ancora Conte come interprete".

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