Striscioni, slogan, flash mob, cori, lanci di vernice e poi i fantocci del ministro Giuseppe Valditara bruciati, le mani sporche di rosso come fosse sangue, le foto della premier Giorgia Meloni stracciate. Sono tornati in piazza gli studenti nel giorno dello “sciopero” nazionale organizzato dall'Unione degli Studenti, Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Con lo slogan “Vogliamo Potere,” a migliaia i ragazzi hanno chiesto “una scuola pubblica, gratuita, inclusiva e libera da logiche di sfruttamento, subordinazione al mondo del lavoro e al militarismo, capace di rispondere ai bisogni di chi la vive”.
Roma, Torino, Milano, Genova, Padova, Napoli, Palermo, Cagliari e ancora decine di altre città sono state teatro della protesta degli studenti. E ora anche della polemica politica per i gesti simbolici considerati “violenti” da parte della maggioranza di governo. Da Fratelli d’Italia alla Lega diversi deputati parlano di “cortei pericolosi e anacronistici”, “episodi gravissimi”, “ondate d’odio allarmanti”.
“Abbiamo manifestato in più di 30 città per difendere il nostro diritto a un’istruzione degna, libera e veramente accessibile. Vogliamo contare nelle decisioni che influenzano la nostra vita e il nostro futuro”, ha dichiarato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti.
Ma per Meloni "anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle forze dell'ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l'augurio di una pronta guarigione", ha scritto sui social la premier. E poi: "Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni".
Ha aggiunto Valditara: "Oggi qualcuno insanguina le immagini mie, di altri ministri e della premier perché noi saremmo i sostenitori dell'alternanza scuola-lavoro, dello sfruttamento e della dipendenza dalla scuola dall'impresa. Soltanto in Italia c'è ancora qualcuno che guarda con la testa rivolta verso il passato, che vorrebbe una scuola che fosse distante dall'impresa, una scuola con una formazione unitaria, uguale per tutti, senza considerare che invece la società, i giovani, hanno tanti talenti, che la diversità è indice di bellezza se la diversità sa essere valorizzata, se i talenti sanno essere valorizzati".
La situazione più tesa a Torino dove c’è stato un breve sconto con la polizia davanti alla Prefettura: 15 agenti sono rimasti lievemente feriti per l’esplosione di un ordigno urticante. Dopo aver superato lo schieramento di sicurezza, sono stati danneggiati un Burger King e un McDonald in cui i ragazzi hanno fatto irruzione. Un fantoccio del ministro dell'Istruzione è stato dato alle fiamme in strada. Nella protesta gli slogan per la scuola si sono mischiati a quelli contro il governo Meloni e contro il genocidio del popolo palestinese.
Studenti in piazza a Torino, scontri con la polizia: 15 agenti al Pronto soccorso
A Bologna gli studenti hanno imbrattato con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Meloni e dei ministri Anna Maria Bernini e Valditara. Mani dipinte pure a Milano. Gli studenti accusano gli esponenti del Governo di avere "le mani sporche di sangue" e di "fomentare guerre e un genocidio", riferendosi non solo alle spese militari, ma anche all'alternanza scuola-lavoro, che chiedono di abolire definitivamente perché "manda al macello gli studenti". Qualche uovo è stato lanciato nel capoluogo emiliano anche contro la filiale di Intesa SanPaolo. Simbolicamente alle fiamme è stato dato il testo della riforma Valditara.
A Roma il dicastero dell’Istruzione è diventato “il ministero della guerra”, così hanno lasciato scritto gli studenti sull’asfalto di viale Trastevere. Due i cortei che hanno tagliato il centro. “Vogliamo un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, indipendente dagli interessi privati; la promozione del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che garantisca agli studenti un ruolo decisionale reale nelle proprie scuole. La piattaforma “Saperi liberi per studenti e studentesse liberi e libere” su cui si basa lo sciopero, sottolinea l’urgenza di trasformare la scuola in un ambiente che risponda alle necessità della popolazione studentesca”, spiegano dalle seconde file.
Studenti in corteo a Roma, flash mob con mani sporche di sangue su Meloni, Bernini e Valditara
Anche a Napoli la protesta si è fatta visibile e davanti al Maschio Angioino gli studenti hanno esposto, tra i fumogeni, uno striscione con la scritta 'Soldi alla scuola e non alla guerra' con la sigla 'Students Rise Up!!. "Abbiamo manifestato oggi a Napoli per affermare il nostro diritto a un'istruzione che sia davvero libera e accessibile, senza compromessi. Ora, chiediamo che le nostre istanze vengano ascoltate da chi prende le decisioni, vogliamo potere" ha dichiarato Carlotta Scognamiglio, dell'Unione degli studenti campana.