Bruxelles, 12 dic. (Adnkronos) - "Ho parlato con Zelensky, ma al momento non ci sono negoziati perché la Russia non li vuole. Se volesse la pace, potrebbe ritirarsi. E invece non ha rinunciato ai suoi obiettivi". Lo ha detto Kaja Kallas, neo Alto Rappresentante per la politica estera Ue, parlando con un gruppo di giornali europei, tra cui 'La Stampa'. "Non so cosa abbia intenzione di fare Trump - ha aggiunto - Ho letto che intende fermare la guerra rapidamente: bene, tutti noi lo vogliamo! Ma per farlo bisogna fare pressing sulla Russia. Se Trump dovesse riuscirci, allora potrebbe prendersi il merito". E se invece gli Stati Uniti dovessero tirarsi indietro, sottolinea, "l'aiuto all'Ucraina non è beneficenza, ma un investimento nella sicurezza. Non solo europea, ma globale: per capirlo basta guardare al coinvolgimento dei soldati nordcoreani. E non dimentichiamoci che anche la Cina guarda alla Russia e alla nostra risposta. Se gli Usa dovessero ridurre gli aiuti, noi dovremmo aumentare il nostro sostegno all'Ucraina perché se Mosca vincesse, avremmo altre guerre e ancora più grandi".
"Credo che dovremmo discutere dell'utilizzo degli asset russi congelati - dice ancora Kallas - non solo dei profitti. È uno strumento che possiamo usare per fare pressione sulla Russia. Conosco le differenti sensibilità che ci sono tra gli Stati membri e da giurista so che bisogna trovare il modo giusto per farlo. Ma bisogna guardare al futuro con una visione più ampia e credo che un giorno o l'altro ci arriveremo. La Russia ha fatto gravi danni all'Ucraina e questo dimostra che l'Ucraina ha delle rivendicazioni legittime per essere ricompensata. Sappiamo anche che la Russia ha delle pretese riguardo quei beni, di cui conosciamo il valore. Bene: quando tutti i danni saranno risarciti, se avanzerà qualcosa, allora potremo restituirlo. Ma intanto dobbiamo lavorarci". Quanto alla conversazione di ieri fra Orban e Putin, afferma che "ognuno agisce per conto proprio. Sono stata informata dall'Ungheria della discussione ed è positivo che ci sia una condivisione delle informazioni. Ma il risultato qual è? La posizione di Putin non è cambiata: non vuole far finire la guerra e non ha cambiato i suoi obiettivi. Non ha mandato un messaggio in questo senso".
Su Orban o Scholz, che cercano un dialogo con Putin, aggiunge che "sono leader indipendenti e non spetta a me criticare le loro azioni. Lo fanno per ragioni domestiche: io non lo farei, ma non sta a me criticarli. Abbiamo 27 diversi leader e dobbiamo lavorare con 27 diverse democrazie. Lunedì avremo la possibilità di discutere come mai alcuni Stati si muovono in questo modo, cosa vogliono ottenere. Io credo che Putin voglia umiliare l'Europa. E poi non dobbiamo sovrastimare il potere della Russia, sottostimando il nostro. Pensiamo alle nostre sanzioni: ci sono molti segnali che l'economa russa è in uno stato disastroso. Il Fondo sovrano è esaurito, i tassi d'interesse della Banca centrale sono al 20%, non possono raccogliere capitali all'estero a causa delle sanzioni, hanno problemi sul mercato del lavoro perché la gente è impegnata in un'economia di guerra, non hanno gli introiti che avevano prima dai loro combustibili fossili. Stanno discutendo di tagliare le pensioni e di prendere decisioni molto impopolari anche per un'autocrazia. Loro scommettono sul fatto che noi potremmo mollare e quindi provano a resistere. Ma, da quello che vediamo in Siria, non sono in grado di continuare a combattere. Possono essere sconfitti".