Scienza
di F. Q. | 8 Novembre 2024
Contro il cancro al seno metastatico arrivano una nuova possibile arma di contrasto dalla ricerca italiana. Un nanofarmaco messo a punto in Italia si è dimostrato in grado di bloccare le metastasi in un modello animale del tumore. Lo studio, pubblicato sul Journal of Experimenta; Clinical Cancer Research e finanziato dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, è stato condotto da un gruppo di scienziati del Dipartimento di Oncologia e Medicina molecolare dell’Istituto superiore di sanità, guidato da Ann Zeuner, in collaborazione con le università di Siena e Bologna e con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano.
“Il nostro team – spiega Zeuner che ha coordinato il lavoro insieme a Marta Baiocchi – ha creato una nuova formulazione di un farmaco, la fenretinide, che in passato aveva mostrato una scarsa efficacia per problemi di scarso assorbimento. Il nuovo farmaco, chiamato bionanofenretinide, consiste in nanoparticelle che vengono efficacemente assorbite, riuscendo ad ottenere un effetto antitumorale particolarmente evidente nelle metastasi di tumore alla mammella del topo, in assenza di effetti collaterali. Questi risultati così promettenti ci fanno sperare che il farmaco possa in futuro essere adoperato nella terapia del cancro al seno, in particolare per prevenire la formazione di metastasi e rallentare quelle già formate”.
In Italia circa 37mila donne convivono con un cancro al seno metastatico. Individuare nuove terapie efficaci è uno degli obiettivi della campagna ‘Nastro rosa’ di Airc, ricorda l’Iss sul suo sito. La Fondazione, grazie alle donazioni e al lavoro dei volontari, nel 2024 ha sostenuto con oltre 14 milioni di euro la ricerca sul tumore al seno attraverso il finanziamento di borse di studio e progetti. “Parallelamente alla ricerca di nuove terapie – sottolinea Zeuner – è molto importante per le donne che hanno avuto un tumore al seno sottoporsi ai controlli periodici e attuare dei cambiamenti nello stile di vita. Alimentazione sana, attività fisica regolare e riduzione dello stress migliorano la qualità della vita e riducono il rischio che la malattia si possa ripresentare in futuro”.