Valencia, mistero sui dispersi: «Nessun cadavere». Dana a Barcellona, aeroporto allagato: voli deviati

2 settimane fa 17

A Valencia è stato allestito un obitorio che può ospitare 400 cadaveri. Fino ad oggi nella regione sono stati recuperati 211 corpi, ai quali si aggiungono le tre vittime per il maltempo di Castilla-La Mancha e una in Andalusia, per un totale di 215 morti. S’ipotizza che la Dana, la terribile perturbazione di martedì scorso, abbia danneggiato 100mila automobili, che si trovano ancora sulle superstrade e sulle vie delle varie cittadine, in mezzo al fango. Si tratta di un dato altissimo, che renderà assai complicato la loro rimozione, ma anche lo smaltimento delle carcasse. Dopo l’inconcepibile esitazione dei primi quattro giorni, oggi ci sono 8.000 militari e 10.000 agenti della polizia e della guardia civil schierati nelle zone alluvionate. Bene, in questa lista di numeri delle catastrofe, ne manca uno importante, sul quale si sta scatenando la grande fabbrica delle bufale particolarmente attiva in Spagna: il dato dei dispersi. Come è possibile?

INCOGNITA

Da una delle ultime riunioni del Cecopi (il centro di coordinamento operativo) è trapelato un documento, diffuso dal quotidiano El Diario, che parla di 1.900 dispersi. Riflette però solo il numero delle segnalazioni arrivate, nei primi giorni, di familiari che non ritrovavano i propri cari. Il problema è che per ora non è stato attivato un sistema di verifica di quei numeri, per depennare chi è stato ritrovato, chi compare nella lista dei decessi, chi magari ha ricevuto più di una segnalazione di scomparsa. Dunque, il dato finale - pur sempre estremamente alto - probabilmente sarà più comparabile a quei 400 posti indicati per le caratteristiche dell’obitorio allestito che a un numero a quattro cifre. Resta una certezza: a una settimana esatta dall’alluvione non ci sono ancora dati precisi sui dispersi ed è un’anomalia.

SCENARIO

La delegata del governo nella Comunidad Valenciana, Pilar Bernabé, è arrivata a una conclusione: «Non si trovano più altri morti perché non ci sono più corpi in superficie». Questo non significa che non ci siano altre vittime non individuate, perché ancora bisogna entrare in molti garage, nei sotterranei, c’è il rischio che qualcuno sia stato sepolto dal fango. Per fortuna, però, nel parcheggio del centro commerciale Bonaire, dove finalmente sono entrati i vigili del fuoco che hanno ispezionato parte delle auto finite sott’acqua, non sono stati trovati cadaveri. Prosegue lo scambio di accuse sui ritardi degli interventi: il capo dell’Ume, l’Unità militare di emergenza, il tenente generale Javier Marcos, ha replicato al presidente della Generalitat, Carlos Mazón: «Noi eravamo pronti a intervenire fin da subito, ma non potevamo entrare a Valencia senza la sua autorizzazione». In sintesi: Mazón non ha chiesto l’intervento dell’Ume. Ieri il presidente della Generalitat ha chiesto 31 miliardi di euro al governo per la ricostruzione. Sono già state presentate le prime denunce da parte di un’associazione contro Mazón, ma anche contro il governo centrale, per i ritardi del sistema di emergenza, mentre un tribunale sta indagando su chi si è reso protagonista di atti violenti e danneggiamenti nel corso della protesta di domenica a Paiporta durante la visita del re Felipe. Quella di ieri però è stata l’ennesima giornata difficile in Spagna a causa delle tempeste: allagamenti in Catalogna, strade invase dall’acqua anche a Barcellona e all’aeroporto El Prat. Una settantina i voli cancellati. I Mossos (la polizia catalana) hanno salvato un automobilista rimasto intrappolato in una vettura su una strada allagata.

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