Visibilia, in udienza preliminare i pm chiedono il rinvio a giudizio di Santanché per falso in bilancio: “Sapeva e ha taciuto”

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Giustizia & Impunità

 “Sapeva e ha taciuto”

| 30 Ottobre 2024

Tutti sapevano e tutti hanno taciuto”. Con queste parole, a quanto si apprende, i pm di Milano hanno argomentato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata a luglio nei confronti della ministra del Turismo di Fratelli d’Italia Daniela Santanché e di altri 16 imputati per presunti falsi nei bilanci del gruppo editoriale Visibilia, fondato da Santanché e da lei stessa amministrato fino al dicembre 2021. Nell’udienza preliminare a porte chiuse davanti alla gup Anna Magelli, i sostituti procuratori Maria Gravina e Luigi Luzi hanno ripercorso le accuse di irregolarità nei conti del gruppo nelle annualità comprese tra il 2016 e il 2022, sottolineando come anche il revisore dei bilanci, la società Bdo (non coinvolta nel procedimento), sia stato sanzionato dalla Consob. Oltre alla “Pitonessa”, rischiano il processo anche il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Santanché e Kunz, insieme al consulente Paolo Concordia, sono imputati in un procedimento separato (anch’esso giunto all’udienza preliminare) anche per una presunta truffa ai danni dello Stato sulla cassa integrazione Covid: secondo l’accusa hanno ottenuto dall’Inps 20.117 ore di cassa, per un totale di 126.468 euro, per 13 dipendenti che in realtà hanno lavorato senza sosta per tutto il periodo della pandemia.

Il presunto falso in bilancio contestato dai pm riguarda tutte e tre le società del gruppo, e in particolare le annualità dal al 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl. Nel capo d’imputazione si legge che Santanché, insieme agli altri amministratori, ha “consapevolmente” esposto nei conti fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per conseguire un “ingiusto profitto“: secondo l’accusa, “la corretta formazione dei bilanci avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice srl a far data dal bilancio 2021”. L’ipotesi di bancarotta contestata agli amministratori, invece, è stata stralciata con richiesta di archiviazione, perché nessuna delle società è stata dichiarata insolvente. Nel corso dell’udienza preliminare tre piccoli risparmiatori sono stati ammessi come parti civili e tre imputati, tra cui le società Visibilia Editore e Visibilia srl, hanno chiesto di patteggiare. Nelle prossime udienze parleranno le parti civili e le difese: la decisione della gup dovrebbe arrivare il 26 novembre.

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