L’intervista di Fanpage.it a Dmitry Suslov, tra gli ispiratori della strategia del Cremlino in Ucraina: “Attentati, sabotaggi informatici e attacchi convenzionali in Paesi Nato come ritorsione”. E un’atomica dimostrativa “per far vedere che facciamo sul serio. Mosca vuole riportare la paura tra gli europei, per rafforzare la deterrenza”.
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La decisione di Joe Biden di consentire all’Ucraina il lancio di missili americani su obiettivi militari in territorio russo "segna l’inizio della Terza guerra mondiale, che diverrà nucleare se l’escalation non sarà controllata", dice Dmitry Suslov a Fanpage.it. Scatterebbero infatti le nuove regole di ingaggio nucleare studiate dagli esperti dello zar, e che sostituiscono la deterrenza con l’intimidazione. "Non vorremmo la guerra atomica ma solo la paura può salvare l’umanità".
A mille giorni dall’invasione dell’Ucraina, il Cremlino è furioso per una decisione che non si aspettava dall’"anatra zoppa" della Casa Bianca. Se i vertici si sono limitati a biasimare Biden per aver gettato benzina sul fuoco e i media non si sbilanciano in attesa di istruzioni sulla linea da tenere, il consigliere ed accademico Suslov sembra avere carta bianca. E ci anticipa cosa può succedere dopo gli attacchi in profondità degli ATACMS.
Secondo il quotidiano inglese Guardian, anche Londra è pronta ad autorizzare l'uso dei britannici Storm Shadow contro la Russia, mentre la Francia conferma il libero impiego dei suoi missili a lungo raggio. Molti analisti occidentali vedono in questa strategia il modo migliore per spingere la leadership russa a più miti consigli e raggiungere un pace giusta. Suslov prefigura decisioni irreversibili, evocando scenari apocalittici.
Suslov è un esperto delle relazioni tra Russia e Occidente. Insegna alla Hse, la “Bocconi” di Mosca. È vice direttore del Centro per gli studi comprensivi europei e internazionali di quella università. È una persona cordiale e disponibile. Il che rende ancora più surreale la conversazione su argomenti così agghiaccianti.
Dmitry Suslov.
Professor Suslov, Vladimir Putin in settembre annunciò che la Russia avrebbe utilizzato le atomiche in caso di un "attacco massiccio da parte di uno stato non nucleare sostenuto da potenze nucleari". È il caso dei missili ATACMS sul territorio russo?
"Certo che sì. La decisione di aggiornare la dottrina nucleare era volta proprio a dissuadere gli Stati Uniti da autorizzarne l’utilizzo degli Atacms sulla Russia".
Significa che dopo il primo missile scatenerete una guerra atomica?
"Saremo costretti a un’azione militare diretta contro l’Occidente, contro i Paesi della NATO".
Ovvero contro l’Europa?
"Contro Paesi europei, sì".
Col lancio degli ATACMS voi considererete i Paesi europei membri della NATO in guerra con la Russia?
"Senza dubbio. Stiamo parlando dell'inizio di una Terza Guerra Mondiale. Calda, non fredda. E che inevitabilmente diventerà nucleare se l'escalation non verrà controllata".
E che farà Mosca per controllare l’escalation?
"Azioni convenzionali o di guerra ibrida in Europa, accompagnate da un aumento della deterrenza. Con una ripresa dei test nucleari, nuove manovre delle forze addette a questo tipo di ordigni e un dispiegamento delle testate dai magazzini ai vettori di lancio. L’idea è di dare un messaggio quanto mai evidente e diretto".
Ah, ci aveva proprio spaventato. Quindi niente atomiche…
"La Russia non ha interesse a una guerra nucleare. Le nuove regole di ingaggio volevano solo dissuadere. Ma Biden è stato sordo agli avvertimenti".
Però ora arriva Trump. Si parlava di possibili negoziati, anche se voi dite che non accetterete un cessate il fuoco senza il raggiungimento dei vostri obiettivi…
"Non vorremmo precludere la possibilità di trattative. Per questo cercheremo di ristabilire la deterrenza con risposte misurate".
Allora possiamo star tranquilli, almeno fino all’inizio del mandato di Trump?
"Mah, dipende. A un attacco missilistico nell’area di Mosca o nella oblast di Kursk dovremmo reagire subito con forza. Anche con attacchi convenzionali sulle basi militari NATO in Europa. Ma non necessariamente".
Può spiegarsi meglio?
"Privilegeremmo risposte indirette, sotto copertura: attacchi informatici dirompenti, per esempio. O attacchi terroristici nei Paesi europei della NATO".
Attacchi terroristici? Ma sta scherzando?
"Intendo operazioni di sabotaggio. Contro fabbriche e infrastrutture critiche. Azioni confutabili, non attribuibili con certezza alla Russia. Soprattutto, attacchi informatici. E aumenteremo le forniture di armi agli avversari degli Stati Uniti, come gli Houthi dello Yemen".
Reagirete. Ma la minaccia nucleare anche stavolta non diverrà realtà. Come quando sono state superate le linee rosse della fornitura a KIEV degli Himars e dei cacciabombardieri F-16 a Kyiv…
"Eh no. Adesso le cose sono parecchio diverse. Il presidente non aveva detto che quelle forniture comportassero il coinvolgimento diretto della NATO nella guerra. Ora invece da parte di Vladimir Putin c'è stata una dichiarazione molto severa e inequivocabile in merito".
Ma Putin ha parlato di attacchi a lungo raggio. Gli ATACMS non sono missili di lungo raggio. Una versione ha una gittata di 300 chilometri. Ma quella che verrà probabilmente usata nella regione di Kursk si limita a 160…
"Chiariamo subito questo punto. Putin si riferiva proprio agli ATACMS. Che possono raggiungere Mosca".
Da tre anni la Russia bombarda l’Ucraina, colpendo civili e infrastrutture. Come si può negare agli ucraini il diritto di colpire basi e obiettivi militari in Russia?
"Finora la Russia ha evitato di colpire i Paesi occidentali, ma gli attacchi a lungo raggio sul suo territorio, eseguiti con missili occidentali e basati su intelligence americana, segneranno un coinvolgimento diretto dell’Occidente. Non sarà più una guerra per procura, ma un conflitto diretto, alterando radicalmente la percezione russa".
Veramente è la Russia che ha invaso l’Ucraina. Non è la Nato che vi ha mosso guerra usando l’Ucraina come proxy.
"L’Occidente ha creato tutti i prerequisiti dell’invasione".
In un libro dei suoi colleghi Sergey Karaganov e Dmitry Trenin, che col suo contributo hanno definito la nuove regole d’ingaggio nucleare, si legge che quando gli avvertimenti non funzionano è bene lanciare un’atomica “dimostrativa”. Può accadere?
"Certo. Sono io stesso ad averlo proposto. Un’esplosione nucleare dimostrerebbe la determinazione russa a usare questo tipo di armi se necessario".
Un’esplosione su un’area deserta?
"Sì, come i vecchi test che si facevano nel nostro poligono nucleare artico di Novaia Zemlia. Intendevo questo".
Ma perché volete mettervi sulla strada per Armageddon? Si potrebbe arrivare a una guerra che perderemmo tutti. Come fate a parlarne con questa facilità?
"La strategia nucleare russa va rafforzata: la deterrenza attuale non incute abbastanza timore, come dimostrano le scelte di Usa e Europa. Non c’è sufficiente paura. Serve risvegliare la vera paura della guerra nucleare, come ai tempi della crisi dei missili di Cuba. Per essere credibile, la Russia deve agire subito. Non propongo un attacco preventivo, ma una dimostrazione nucleare visibile e d’impatto".
La nuova dottrina nucleare russa è una forma contemporanea della Mad, la teoria della mutua distruzione assicurata, inventata sessant’anni fa dal segretario alla difesa Usa McNamara e abbandonata dopo la fine dell’Urss?
"Credo che la Mad sia l'unica garanzia di pace. Anzi, di sopravvivenza dell'umanità. Il problema è che la credibilità della distruzione reciprocamente assicurata è diminuita. Dobbiamo reinstallarla".
Un sistema di deterrenza fondato sulla minaccia e sulla paura ci pare irrazionale, oltre che immorale. E un’escalation potrebbe spingere gli Stati Uniti a intervenire con conseguenze gravissime per la Russia. Come può il suo governo tollerare simili rischi?
"Stiamo entrando in una terra incognita. Ma anche se lo scenario divenisse apocalittico, dubito che gli Usa userebbero armi nucleari contro la Russia. Fin da quando sono stati schierati i missili balistici intercontinentali negli anni ’60, non hanno mai pianificato un attacco contro di noi".
Ecco, appunto. Nessuno vi ha mai voluto attaccare. Ma voi adesso potreste attaccare l’Europa, dice lei. Washington interverrà. Come previsto dal trattato NATO. E allora come crede che andrà a finire?
"Le garanzie nucleari che gli Stati Uniti forniscono alla NATO sono semplicemente un bluff. Non sacrificheranno mai New York per Amburgo, o altre città europee".
Beh, alla fine parecchia gente “morì per Danzica”, nel secolo scorso. Alcuni esperti sostengono che gli USA possano distruggere gran parte dei siti di lancio russi con un attacco convenzionale. Possibile?
"Probabile che ne abbiano la capacità. Ma le nostre procedure prevedono la distruzione totale degli Stati Uniti non appena viene rilevato un attacco del genere".
Il libro di Karaganov e Trenin sul nuovo atteggiamento strategico della Russia si intitola “Dalla deterrenza all’intimidazione”. Però Biden mica lo avete intimidito: ha dato il via libera per gli Atacms.
"Inizialmente Biden aveva detto di no a Kiev. L’intimidazione aveva funzionato. Ora ha cambiato idea. In Russia, pochi se lo aspettavano. È la mossa disperata di un leader a fine carriera, volta a ostacolare i negoziati suggeriti da Trump e dalla recente telefonata del cancelliere tedesco Scholz a Putin".
C’è anche il fatto che voi avete internazionalizzato la guerra schierando un contingente nordcoreano contro l’Ucraina, o no?
"Non vedo alcun collegamento. Il presunto arrivo dei nordcoreani è stata una giustificazione, un innesco per scatenare la guerra diretta dell’Occidente alla Russia. Per salvare l’Ucraina dalla disfatta nella oblast di Kursk. E per sabotare un possibile negoziato".
Ma se la Russia è aiutata, anche con gli stivali sul terreno, da Paesi alleati, con che faccia vi lamentate per l’utilizzo da parte ucraina di armamenti dei Paesi che sostengono Kiev?
"Ci sono anche tanti mercenari stranieri con gli stivali sul terreno anche dalla parte ucraina".
La nuova strategia studiata da Karaganov e Trenin per conto del Cremino prevede attacchi convenzionali contro l’Europa e il sabotaggio dei cavi di trasmissione dati. Sarà un caso, ma Finlandia e Germania stanno indagando sulla rottura del cavo dati che le unisce. Intanto, l’Europa viene definita come "impazzita" e responsabile di tutti i guai globali. Non le sembrano affermazioni folli?
"Per niente. Gli europei hanno sostenuto l’escalation, la guerra diretta contro la Russia, molto più degli americani. Il livello di follia strategica in Europa è maggiore che non negli Stati Uniti.
Ecco perché dobbiamo spaventare l’Europa, riportare la paura nelle società e nelle élite europee. Perché la vita senza paura negli ultimi 40 anni si è rivelata disastrosa e destabilizzante. Dobbiamo far tornare la paura che c’era durante la Guerra Fredda. E anche di più".