Affitti brevi, codice Cin obbligatorio entro fine anno: tutto quello che c'è da sapere

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Adeguarsi alle nuove normative è un passo fondamentale per chi opera nel settore degli affitti brevi o gestisce una struttura ricettiva, per evitare sanzioni e dimostrare ai propri ospiti professionalità e trasparenza

 tutto quello che c'è da sapere

Per quanti stessero pensando di affittare la propria casa, o un altro immobile di proprietà per uso turistico, c’è una novità importante: entro il 31 dicembre 2024 sarà obbligatorio ottenere il Codice identificativo nazionale (Cin). Questo codice è stato introdotto per rendere il settore degli affitti brevi più trasparente e regolamentato, e dal 2 gennaio 2025 scatteranno sanzioni per chi non si sarà adeguato. Vediamo allora insieme cos’è il Cin, chi è tenuto ad averlo e come si ottiene.

Che cos’è, quando entra in vigore

Il Codice identificativo nazionale è un codice alfanumerico unico che identifica gli immobili destinati a locazioni turistiche e le strutture ricettive. Vale per case vacanza, affitti brevi, bed & breakfast, ostelli, agriturismi e alberghi. Va esposto sia all’esterno della struttura che su tutti gli annunci online, dai portali come Airbnb e Booking ai siti personali. Non si tratta solo di un nuovo obbligo burocratico: il Cin sostituisce il precedente Codice identificativo regionale (Cir) e consente di registrare tutti gli immobili e le attività turistiche in una Banca Dati Nazionale, migliorando tracciabilità e controllo nel settore.

Il Cin è obbligatorio dallo scorso 4 settembre, ma grazie a una proroga c’è tempo fino a fine anno per mettersi in regola. Dal 2 gennaio 2025, però, chi non avrà richiesto o esposto il codice rischierà pesanti sanzioni.

Chi deve richiederlo e come si ottiene

Il Cin è necessario per proprietari che affittano case o appartamenti per finalità turistiche, chi gestisce locazioni brevi, titolari di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere (B&B, agriturismi, ostelli, ecc.). Fondamentale, quindi, se si rientra in una di queste categorie, attivarsi per ottenere il codice. Richiedere il Cin è semplice, ma bisogna seguire una procedura esclusivamente online, accedendo al portale del Ministero del Turismo tramite Spid o Cie, compilando il modulo con le informazioni richieste, come dati catastali dell’immobile, e una dichiarazione o autocertificazione che confermi la conformità della struttura ai requisiti di sicurezza.

La procedura è interamente automatizzata e il codice viene rilasciato una volta verificata la documentazione. Ottenuto il codice, gli obblighi principali sono due:

esposizione all’esterno della struttura: Il Cin deve essere visibile accanto al nome o all’insegna dell’immobile;

inserimento negli annunci online: ogni annuncio su portali di prenotazione o siti web personali deve includere il codice per garantire trasparenza e legalità.

Se non si rispettano le regole

A partire dal 2 gennaio 2025, chi non avrà richiesto o utilizzato il Cin sarà soggetto a sanzioni, come multe fra gli 800 e gli 8.000 euro per il mancato possesso o utilizzo del codice, e fra i 500 e i 5. 000 euro per la mancata esposizione del codice negli annunci o all’esterno. Queste regole non sono solo un obbligo legale, ma assicurano che gli ospiti possano identificare in modo chiaro e trasparente la struttura che stanno prenotando.

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