Stanotte la sede della Onlus Pro Vita & Famiglia è stata imbrattata dagli attivisti Lgbt con scritte quali: “Rabbia, Rivolta, Vendetta Trans”
Ennesimo blitz delle transfemministe nella sede nazionale di Pro Vita & Famiglia in Viale Manzoni, a Roma. Stanotte, verso l'1:30, due attivisti hanno imbrattato le serrande della Onlus con gli slogan “Rabbia, Rivolta, Vendetta Trans”.
Le telecamere esterne della Onlus hanno, infatti, ripreso due persone che, a volto coperto e muniti di bombolette spray, hanno compiuto l'ennesimo atto vandalistico nei confronti dei cattolici pro-life durante il quale, attraverso alcuni strumenti per la saldatura, sono state sigillate le serrande al basamento con materiale nero e col silicone sono state otturate le serrature del lucchetto, dell’avvolgibile della serranda e della posta. "È il quattordicesimo attacco vandalico alla nostra sede in meno di tre anni", denuncia il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus Jacopo Coghe. "Questa volta hanno alzato il tiro, manomettendo le serrature e impedendoci di entrare per fare il nostro lavoro", ha aggiunto Coghe che ha ricordato il fatto che l'atto vandalico è avvenuto nell’anniversario del Transgender Day of Remembrance e a quasi un anno dal corteo trans-femminista indetto in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In quell'occasione, lo scorso 25 novembre, 200 attivisti hanno accerchiato l’ufficio di Pro Vita & Famiglia lanciando oggetti contro la Polizia e sfondando la vetrina dell'Onlus. Ma non solo.
Quella sera era stato anche gettato dentro la sede"un ordigno incendiario che - spiega Coghe - non si è attivato solo perché la miccia si è staccata cadendo a terra, come mostrato dalle telecamere del circuito interno". Secondo il presidente della Onlus Antonio Brandi"questi attacchi sono la diretta conseguenza di un clima di odio e demonizzazione contro gli attivisti Pro Vita fomentato dalla Sinistra, dai media mainstream e dai collettivi Lgbtq". Brandi ha, quindi, chiesto ai vari partiti "di prendere ufficialmente le distanze da questi atti intimidatori e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di aumentare la sicurezza intorno alla nostra sede in vista della manifestazione di Non Una Di Meno di sabato 23 novembre, che passerà proprio nelle vie limitrofe alla nostra sede".
Maria Rachele Ruiu ipotizza che "la rivolta trans" possa nascere dal fastidio per il tour della detransitioner Luka Hein in Italia "che ha raccontato non la teoria, ma la pratica gender e ha ribadito più volte che è sbagliato dire che qualcuno è nato nel corpo sbagliato".