Albania, le avvocate di Asgi: “La sentenza è una bocciatura a tutti gli effetti dell’intera operazione”

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| 19 Ottobre 2024

“È una giornata storica”. A dichiararlo è Lucia Gennari, avvocata dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e una degli avvocati del collegio difensivo di una delle persone trattenute in Albania, al termine dell’udienza che ha visto il Tribunale di Roma non convalidare il trattenimento per i 12 richiedenti asilo che in questo momento si trovano ancora rinchiusi a Gjader, centro voluto dal Governo italiano per gestire l’immigrazione.

Ora le persone devono essere riportate in Italia“, continua Gennari che ha seguito la vicenda insieme a un gruppo di avvocati e avvocate, tra cui Gennaro Santoro e Ginevra Maccarrone. Secondo la sentenza infatti, le 12 persone che nei giorni scorsi erano state portate nel centro in Albania dalla nave della Marina militare Libra, ora dovranno essere liberate.

Nonostante i centri si trovino fuori dal territorio italiano infatti, tutte le procedure devono essere gestite dalle Autorità italiane. La questura di Roma, per ogni migrante che arriva in Albania, emette un ordine di trattenimento che deve essere convalidato dall’Autorità giudiziaria della capitale e per queste 12 persone il Tribunale di Roma non lo ha convalidato.

“Questa decisione rappresenta una bocciatura a tutti gli effetti di questa operazione Albania – aggiunge Cristina Laura Cecchini di Asgi – se non si possono trattenere persone, perché provengono da Paesi di origine che non si possono considerare sicuri, tutto viene bloccato.”

La decisione del tribunale di Roma dà applicazione ad una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea legata alla questione dei “Paesi di origine sicuri.” Secondo la corte di Giustizia Ue non possono essere considerati “sicuri” quei Paesi che non lo sono per tutti e su tutto il territorio. Il recente protocollo stilato con l’Albania prevede che i richiedenti asilo che vengono trasferiti nei centri del Paese balcanico, non possano essere vulnerabili e debbano provenire da “Paesi sicuri” secondo l’applicazione delle cosiddette “procedure di asilo di frontiera”, ma l’Egitto e il Bangladesh, paesi dei 12 migranti in questione, non possono essere considerati tali. “Se consentiamo che per alcune categorie di persone – conclude Gennari – venga limitato l’esercizio di diritti e libertà fondamentali, allora vengono meno i cardini fondativi dell’ordinamento europeo, nato dopo la seconda guerra mondiale.”

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