All’Ospedale Maggiore di Parma arriva la pet therapy: «Il cane trasforma la depressione del paziente in sorriso»

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«Il cane è un mediatore emozionale. Quando portiamo i nostri amici a quattro zampe in un reparto d'ospedale vediamo cambiare lo stato d'animo di tutti, sia dei pazienti che dei dottori». Così la psicologa e psicoterapeuta Marta Viappiani racconta l'attività di pet therapy svolta con l'associazione Impronte nell'anima.

Da settembre i cani e gli operatori dell'associazione sono entrati nell'Ospedale Maggiore di Parma dove svolgono Interventi Assistiti con Animali con i pazienti dei reparti di medicina di continuità, odontoiatria, e pediatria d'urgenza.

Il progetto di pet therapy all'Ospedale Maggiore di Parma

«I primi incontri sono stati un successo oltre ogni aspettativa – spiega Viappiani alla redazione – Da settembre siamo in 3 reparti dove nei fine settimana entriamo con la squadra del progetto "Insieme a 6 Zampe"». Otto cani che con i loro coadiutori hanno avviato incontri con i pazienti riscuotendo grandi apprezzamenti e soprattutto tante coccole.

«Nel reparto di medicina di continuità alterniamo tre Golden Retriever, Mafalda, suo figlio Blue, e Phil. L'accoglienza da parte degli anziani del reparto è sempre eccezionale, non ci aspettavamo un riscontro simile. I pazienti allettati fanno salire i cani sul letto per tutta la durata della visita la loro espressione cambia: si illumina. Da un momento di depressione si passa al sorriso e vediamo tornare in loro la gioia», racconta Vippiani, socia fondatrice dell'associazione e responsabile dei progetti.

La presenza dei cani ha avuto un aspetto benefico anche sulla socialità degli anziani degenti. «Persone solitamente silenziose e schive grazie alla presenza del cane si aprono anche con gli altri pazienti, buttando fuori emozioni che in un altro modo non sarebbero mai uscite. Quelli che svolgiamo con i cani sono interventi di supporto alla terapia che hanno effetto su molte sfere oltre a quelle del benessere».

Nel reparto di odontoiatria entrano sempre due cani in contemporanea: il Parson Russell Terrier Miura e il Lagotto Ametista. «È importante la presenza di due cani insieme perché qui ci troviamo a supportare bambini con disturbi dello spettro autistico: gli facciamo compagnia durante l'attesa e stemperiamo la tensione in attesa del turno attraverso giochi e disegni, sempre sotto la supervisione delle coadiutrici», sottolinea la psicologa.

Infine c'è la pediatria d'urgenza, il reparto che richiede maggiori attenzioni: «Qi si sono i Golden Retriever Dakota e Spanny, ma tra poco a loro si aggiungerà anche Ginevra. «Quando i bambini che si trovano qui li vedono arrivare l'atmosfera cambia, non solo per i piccoli pazienti, ma per tutti i presenti, familiari e operatori compresi».

Cos'è e cme funziona la pet therapy

La pet therapy nasce come "terapia per mezzo dell'animale", e consiste in attività di sostegno terapeutico che si attuano attraverso la relazione uomo-animale. Anche se il termine pet therapy continua a essere usato, la definizione ufficiale è quella di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA).

Nel 2015 a seguito dell'accordo Stato-Regioni è stato emanato un documento recante le linee guida nazionali per poter definire le attività con animali pet therapy. Non è sufficiente infatti la presenza del cane, è necessario un team multidisciplinare che segua tutta l'interazione e al cui interno ci sia uno psicologo e veterinario esperto in comportamento che monitori il benessere dell'animale.

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