Aurora Tila morta a Piacenza, «le ferite dovute alla caduta». Oggi l?interrogatorio del fidanzato

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Il trauma cranico riportato da Aurora Tila, la 13enne precipitata dall’ottavo piano del palazzo in cui viveva con la madre e la sorella a Piacenza nella giornata di venerdì scorso, è compatibile con «una contusione da precipitazione». È quanto emerso dall’autopsia condotta dal medico legale Giovanni Cecchetto, incaricato dalla procura di Bologna, alla presenza dei consulenti di parte, il medico legale Novella D’Agostini – incaricato dalla famiglia di Aurora – e il medico legale Attilio Maisto per l’ex fidanzato. Già da un primo esame esterno sul corpo, effettuato il giorno prima, erano emersi diversi ematomi e, appunto, il trauma cranico, ma per l’autopsia di ieri si tratta di traumi causati dal volo di 10 metri che la ragazzina ha fatto, finito nel cortile di un appartamento di tre piani più sotto, e che non le ha lasciato scampo. Si attendono ora gli esiti degli esami istologici e dei tamponi di ricerca genetica che sono stati eseguiti durante l’esame medico legale e che potrebbero fornire informazioni utili sugli ultimi minuti della sua vita. Tracce biologiche sotto le unghie di Aurora, potrebbero rivelare se prima della sua caduta, potrebbe aver avuto una colluttazione con l’ex fidanzato che si trovava sul balcone con lei.

Aurora Tila morta a Piacenza, gli ultimi minuti: il volo di 10 metri dal settimo piano e il trauma cranico che l'ha uccisa. L'autopsia

LA CONVALIDA

Intanto il 15enne accusato di omicidio e sottoposto a fermo, dall’altro ieri, da parte della Procura dei minori, sarà ascoltato questa mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori di Bologna. Il ragazzo è stato fin da subito indagato per omicidio: inizialmente a piede libero, ma successivamente raggiunto dal provvedimento restrittivo firmato dal pm. Una scelta di cui sono stati contenti i familiari di Aurora e il loro avvocato, la penalista Lorenza Dordoni, la quale ha sottolineato come sia stata «una dimostrazione della celerità delle indagini e dell’impegno degli inquirenti nel voler scoprire la verità». «La madre ha pianto – ha spiegato Dordoni – e ha detto che i sospetti che aveva ora li considera una conferma». Quel che è certo è che nelle ore successive al lungo interrogatorio del 15enne nella caserma dei carabinieri di Piacenza, il quadro indiziario nei suoi confronti si sia aggravato di parecchio per una serie di elementi raccolti subito dopo la tragedia dal Nucleo investigativo, permettendo alla Procura bolognese di emettere la misura che lo ha portato in un istituto minorile.

IL VIDEO

Non ultimo, la presenza agli atti di alcune immagini girate giorni fa a una fermata dell’autobus da un’altra ragazza che avrebbe ripreso il giovane indagato mentre maltrattava Aurora. Si tratta di un episodio accaduto lo scorso 4 ottobre quando la testimone avrebbe visto un giovane che strattonava una ragazzina minuta. A quel punto avrebbe scattato alcune foto e poi si sarebbe avvicinata alla ragazzina per dirle «ciao, come stai?», riuscendo ad allontanare il ragazzo. Quando ha saputo della tragedia di venerdì, la testimone ha pensato che l’adolescente vista in strada potesse essere proprio Aurora. Ha quindi contattato i familiari, mostrando loro le immagini, la 13enne è stata riconosciuta e tutto è finito nelle mani dei carabinieri. Il 15enne, al momento unico indagato per la morte di Aurora, comparirà davanti al giudice questa mattina, ed è probabile che la Procura chiederà di sottoporlo a misura cautelare.

Nei giorni scorsi la sorella 22enne della ragazza aveva lanciato varie accuse sui social, spiegando che non credeva al suicidio o all’incidente per la caduta dal balcone all’ottavo piano del palazzo. «L’ha buttata giù lui – scriveva la sorella –, non era pazza né depressa, è stata l’ennesima vittima di violenza».

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