Ogni settimana, in Australia, si estingue almeno una specie di insetti o altri invertebrati. Numeri che si aggiungono a un totale tragico e in costante crescita: oltre 9.000 specie australiane già scomparse per sempre dall'arrivo degli europei nel 1788 a oggi. Questo è il quadro drammatico che emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cambridge Prisms: Extinction, condotto da un team di esperti guidato da John Woinarski della Charles Darwin University, con il contributo di diversi altri scienziati provenienti da università, musei e altre istituzioni locali. Il titolo scelto dagli autori per il loro studio è emblematico: "Questo è il modo in cui il mondo finisce: non con un botto, ma con un lamento", quello degli animali invisibili.
L'invisibile collasso della biodiversità degli invertebrati: cosa sta succedendo
Gli invertebrati – il gruppo di animali più numeroso al mondo e che include non solo insetti, ma anche lumache, ragni, vermi e tanti altri – vengono spesso trascurati quando si parla di crisi ecologica. Eppure, il loro ruolo negli ecosistemi è fondamentale. Api e mosche sono impollinatori insostituibili, i vermi migliorano la salute e la fertilità del suolo e i coleotteri aiutano a controllare animali dannosi per l'agricoltura, come gli afidi. «Gli invertebrati sono le fondamenta di tutti gli ambienti sani e di un pianeta vivibile», ha sottolineato John Woinarski.
Ma purtroppo, nonostante la loro importanza, insetti e altri invertebrati stanno sparendo rapidamente in tutto il mondo nell'indifferenza generale. Alcuni esperti parlano addirittura di "apocalisse degli insetti", per la velocità con cui stanno diminuendo. Per comprendere meglio quanta poca attenzione ricevono questi animali, basti pensare che le istituzioni australiane riconoscono ufficialmente solo un invertebrato estinto, il lombrico del Lago Pedder (Hypolimnus pedderensis), ma gli esperti sanno che la situazione è di gran lunga peggiore.
Un bilancio drammatico: almeno 9.000 specie estinte, da una a tre ogni settimana
Utilizzando diversi modelli e calcoli statistici, gli autori hanno stimato il tasso di estinzione degli invertebrati terrestri a partire dal 1788, anno in cui iniziò la colonizzazione dell'Australia da parte degli europei. I risultati dei calcoli hanno restituito una stima di 9.111 specie estinte in questo periodo durato 236 anni, un bilancio che potrebbe però addirittura essere sottostimato. Gli scienziati stimano che il numero reale di specie estinte potrebbe infatti essere compreso tra 1.465 e addirittura 56.828, a causa di lacune nelle conoscenze e nella documentazione scientifica relativa a questi animali: molte altre specie sono sicuramente scomparse prima ancora di essere identificate o descritte ufficialmente.
Gli autori hanno anche previsto che entro la fine del 2024 si saranno estinte altre 39-148 specie, con una media di una 1-3 specie nuove scomparse per sempre ogni settimana. Il Biodiversity Council, un gruppo composto da esperti di varie università, ha definito questi dati "altamente allarmanti" e chiede interventi urgenti da parte dei governi federali, statali e territoriali. Tra le azioni necessarie: monitoraggio, protezione degli habitat e investimenti significativi nella ricerca. «L'indifferenza verso gli invertebrati è inaccettabile», ha ribadito Woinarski, «dobbiamo dare loro la priorità che meritano».
Invertebrati, un destino segnato dall'indifferenza
La coautrice Jessica Marsh dell'Università di Adelaide e membro del Biodiversity Council, avverte che non possiamo più accettare la scomparsa di questi animali come un qualcosa di inevitabile. «Migliaia di specie di invertebrati son ancora a rischio di estinzione, avendo già perso gran parte dei loro habitat, e continuano a perderne». Tra le minacce principali, Marsh cita anche l'uso massiccio di pesticidi, che colpisce tante specie persino utili alle attività umane come insetti impollinatori, coccinelle e lombrichi. Alcune specie, inoltre, sono particolarmente vulnerabili perché vivono in habitat molto specifici, spesso ridotti a un lumicino.
Tra questi, c'è per esempio la falena dorata (Synemon plana), che un tempo popolava le vaste praterie del sud-est australiano, oggi frammentate o distrutte per fare spazio allo sviluppo agricolo e urbano. Oppure, Hypochrysops piceatus, che si è guadagnata il titolo di "farfalla più rara dell'Australia". Questa specie vive infatti in un area di appena 10 km2 e in nessuna altra parte del mondo. Secondo gli esperti, ci sono buone probabilità che si estinguerà entro il 2040. Ma ci sono tantissime altre specie che come questi lepidotteri rischiano presto di sparire per sempre, anche perché a complicare ulteriormente il quadro c'è anche la crisi climatica, che amplifica le minacce per gli animali già in difficoltà.
Un futuro nelle nostre mani: la scomparsa degli invertebrati riguarda anche noi
La scomparsa degli invertebrati non è un problema che riguarda solo la biodiversità e gli ecosistemi naturali, ma anche una minaccia diretta per il nostro benessere e per molte attività umane. La produttività delle colture, la salute delle foreste, la pulizia dei fiumi e dei corsi d'acqua, ma anche il verde dei nostri giardini e dei nostri parchi urbani, dipende in buona parte da questi piccoli e spesso invisibili abitanti della Terra, su cui poi si poggiano anche tutti gli altri animali più carismatici come anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.
Secondo gli esperti, nonostante rimanga difficile ridurre queste perdite, non significa che non dobbiamo provarci. Smettere di usare pesticidi nei giardini, proteggere le ultime aree naturali rimaste, lasciare terreni incolti alla natura e alla biodiversità e sostenere politiche di conservazione più incisive, sono i passi concreti che possiamo intraprendere per invertire o quantomeno rallentare questa crisi. Anche continuare a perdere insetti e altri invertebrati significa compromettere il futuro di tutti.