Aveva un corpo slanciato, un becco tagliente e caratteristiche simili a quelle dei primi dinosauri, ma è vissuto circa 237 milioni di anni fa: è il fossile di Gondwanax paraisensis, un antico rettile che potrebbe essere tra i dinosauri più antichi mai trovati. I resti, rinvenuti in Brasile, suggeriscono che i dinosauri ornitischi – un gruppo di erbivori preistorici – potrebbero essere apparsi fino a 10 milioni di anni prima di quanto si pensasse e potrebbero contribuire a risolvere questioni paleontologiche che rimangono ancora un mistero. I risultati della ricerca sono stati inseriti in uno studio firmato dal paleontologo Rodrigo Temp Müller dell’Universidade Federal de Santa Maria, sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Gondwana Research. Nonostante la portata della scoperta, esperti non coinvolti nella pubblicazione spiegano che mancano ancora prove definitive per chiudere il caso, prove che però, replica Müller, potrebbero arrivare grazie a un nuovo esemplare rinvenuto proprio all’inizio di ottobre e ancora in fase di studio.
Gli ornitischi sono uno dei due grandi ordini di dinosauri, raggruppanti esclusivamente forme erbivore. Comparvero nel Carnico — periodo compreso tra circa 228,7 e 216,5 milioni di anni fa — in Patagonia e arrivarono a popolare l’intero pianeta. Includono famosi dinosauri erbivori come il Triceratops, lo Stegosaurus e l’Iguanodon, ma fino a oggi i loro fossili sono rari e frammentari. Tale assenza di prove ha generato dubbi sulla reale origine di questa famiglia di dinosauri, spingendo alcuni paleontologi a suggerire che i precursori degli ornitischi fossero nascosti tra i silesauridi, una famiglia di piccoli e medi rettili onnivori, spesso considerati parenti stretti dei dinosauri. «Il problema è che abbiamo molto materiale sui primi silesauridi, ma le forme probabilmente più correlate agli ornitischi sono rare», ha spiegato il dott. Müller, aggiungendo che i primi silesauridi tendono ad avere caratteristiche primitive nei loro scheletri che rendono difficile stabilirne la discendenza.
Studiando un pacchetto di fossili ricevuto in dono da Pedro Lucas Porcela Aurélio, un medico e cacciatore di fossili dilettante, Müller ha identificato fianchi, vertebre e femore di un silesauride. Aveva le dimensioni di un piccolo cane con una lunga coda, pesava tra i 3 e i 6 chili ed era lungo circa un metro. Inoltre, il femore non presentava tratti specifici che collegassero i muscoli della zampa alla coda e ciò, secondo il ricercatore, suggerisce che la creatura camminasse in modo meno efficiente rispetto ad altri silesauridi o dinosauri. Tuttavia, a differenza di altri rettili e dei primi membri della sua famiglia, i resti di ciò che Müller ha chiamato Gondwanax presentavano tre vertebre nei fianchi anziché due, il che indicherebbe che Gondwanax e i suoi simili sono ornitischi del Triassico o i loro diretti antenati, e quindi dinosauri a pieno titolo.
Il dott. Brusatte, paleontologo presso l’Università di Edimburgo non coinvolto nello studio, ha commentato la scoperta spiegando che, se confermata, aggiungerebbe dai sette ai 10 milioni di anni alla storia degli ornitischi, suggerendo anche che i dinosauri erano molto più comuni e diffusi prima di quanto si fosse ipotizzato. Tuttavia, per il ricercatore è ancora troppo presto per dire che il caso è chiuso: «Vorrei poter dire che questo nuovo fossile di silesauride risolve l’enigma una volta per tutte, ma per me è ancora una questione aperta». Müller concorda, ma con ottimismo: all’inizio di ottobre, il team del dottore ha scoperto un nuovo e più completo esemplare di silesauride e, secondo lo scienziato, potrebbe fornire altre prove agli specialisti che cercano una risposta definitiva a uno dei più grandi misteri nella storia dei dinosauri.
[di Roberto Demaio]