«Con De Luca non dico eravamo amici, ma mi conosce molto bene, non me l’aspettavo proprio». Così, nel suo intervento don Maurizio Patriciello parroco del Parco Verde di Caivano alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Ha ricordato le parole dette qualche tempo fa al suo indirizzo dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che di lui disse «Conosciuto come il Pippo Baudo della zona nord di Napoli».
«Io vivo sotto scorta, è vero che i due fratelli tutelano me, ma anche io devo tutelare loro», ricorda il parroco, in relazione alla recente lettera minatoria subita e alla scorta che lo segue. «Ti rendi conto che mettendomi alla berlina, consenti ai camorristi del Parco Verde di mettermi alla berlina?», dice il parroco all'indirizzo di De Luca.
Caivano, le parole di don Patriciello
«Da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio non funziona. Capite subito quante persone mi vogliono bene».
Don Patriciello ha anche ricordato tutti i bimbi morti per malattie legate all'emergenza rifiuti, «abbiamo dovuto provvedere anche ai loro funerali». «Siamo stati ascoltati e illusi in questi anni», ha aggiunto.
La denuncia
«La gente ha paura degli assistenti sociali, ha paura di perdere i figli, andiamogli incontro. Per me la vergogna è che un'amministrazione comunale venga sciolta per la seconda volta consecutiva. La camorra non vuole uccidere, vuole solo i soldi».
«Quante persone possiamo salvare ancora?", ha detto don Patriciello. Poi ha chiamato in causa la possibilità di valutare di togliere i figli ai mafiosi altrimenti «questa serpe che si morde la coda non avrà' mai fine».
«Ma questa strada - ha concluso - la vedrei come ultima possibilità. Se prima non abbiamo fatto tutto, togliere direttamente i figli ai mafiosi sarebbe per noi un lavarci il viso e per loro un arrabbiarsi ancora di più».