Claudia Tranchese: “Per L’Amica Geniale ho iniziato come spalla per i provini, poi con Elisa Greco la mia vita è cambiata”

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12 Dicembre 2024 12:36

Claudia Tranchese in questa intervista a Fanpage.it racconta la sua esperienza sul set della serie di Saverio Costanzo: “Per L’Amica Geniale ho iniziato come spalla per i provini, poi con Elisa Greco la mia vita è cambiata, non avrei mai immaginato di poter essere parte di un cast così unito”. E sul suo futuro: “Va di moda badare a quante scene si girano, io invece spero di incontrare un altro personaggio che abbia qualcosa da dire”.

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Claudia Tranchese in questa intervista a Fanpage.it racconta la sua esperienza sul set della serie di Saverio Costanzo, che si è conclusa lunedì scorso con ottimi ascolti e l'amarezza del pubblico che ha dovuto dire addio a Lila e Lenù. L'attrice racconta di come ha iniziato muovendosi fuori dal cast, per poi essere chiamata per il ruolo della sorella di Elena: "Per L'Amica Geniale ho iniziato come spalla per i provini, poi con Elisa Greco la mia vita è cambiata, non avrei mai immaginato di poter essere parte di un cast così unito". E sul suo futuro nella recitazione: "Va di moda badare a quante scene si girano, io invece spero di incontrare un altro personaggio che abbia qualcosa da dire, indipendentemente da quante volte è inquadrato".

Elisa Greco, come è arrivato a questo ruolo?

Ho un rapporto con L'Amica Geniale che proviene da molto lontano. Nel 2017 ho iniziato a fare da spalla per i provini della prima stagione. Sapevo solo di un progetto molto grande per il quale si cercavano due bimbe protagoniste.

Che cosa fa la spalla per i provini?

È la persona che dà le battute all'attore provinato, quindi non viene inquadrata, sta dietro la camera. Mi ha permesso di fare un lavoro incredibile di esperienza perché era un po’ come una palestra.

Per la serie non avevi speranze all'inizio?

Mi era stato detto che non c'erano dei ruoli per me, quindi non è che andavo lì con l'obiettivo di essere presa.

E questo è il motivo per il quale per la quarta stagione ti è venuto un infarto quando ti hanno chiamata (ironica, ndr). Dov’eri?

Salto temporale, dopo anni, nel 2022 arriva una mail della mia agente: mi convocavano per un provino per Elisa Greco. Ero pazza di gioia perché il quarto libro di Elena Ferrante è stato per me un libro devastante. Quando l'ho letto ho pianto moltissimo.

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Il ruolo di Elisa era proprio il ruolo che avresti voluto?

È inevitabile che le protagoniste, Lila e Lenù, catalizzano l’attenzione in maniera totalizzante. Ma quando ho letto il quarto capitolo mi è arrivato fortissimo un senso di tenerezza nel leggere di questa sorella che per tutta la vita insegue uno sguardo che non le arriverà mai.

Lo sguardo di chi?

Dei genitori, pieno di attenzione e di stima, che invece era riservato solo per Lenù. E, per questo, mi è arrivata la sofferenza enorme di chi arriva a sposare il primo Solara di turno per colmare un vuoto interiore.

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Rispetto a Elena, appunto, Elisa stagna nella povertà del rione a tal punto da vedere nel facoltoso Marcello Solara l'unica via di salvezza. Com'è stato interpretare un personaggio così condannato all'infelicità?

Una parola che mi viene in mente ed è rassegnazione. È come se ad un certo punto della sua vita, inconsciamente, deve aver pensato: ok queste sono le cose che ho a disposizione, non riesco a sognare come mia sorella di uscire fuori i confini del rione. Quando si innamora di Marcello, sentiva addosso il peso della famiglia e, paradossalmente tramite lui, si sente vista per la prima volta nei suoi bisogni.

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C'è un cambio di registro in Elisa ed è nella scena del bagnetto al figlio.

Sì, è lì che comincia a sentirsi smarrita perché realizza che quel rapporto non era l'idillio che aveva immaginato. C'è uno sguardo bellissimo che sul set è avvenuto tra me e Alba (Rohrwacher, ndr): è il non detto di quella scena che è potente perché per la prima volta avrebbe voluto tanto chiederle aiuto e Lenù non se lo fa nemmeno chiedere. Il senso sta tutto in quel "tu ce la puoi fare".

Traspare, al di là della serie e della bellezza che avete creato in maniera corale, questo forte senso di stima personale e di unione all’interno del cast. Chi, in particolare, è stato segnante per te?

I quattro fratelli Greco si sono conosciuti direttamente sul set. Dovevamo formare una famiglia e abbiamo avuto modo di di stringere sempre di più, frequentandoci. Ed è per questo che ancora oggi con Lucio (Provenza), con Claudio (Cacciaglia), con Alba (Rohrwacher) abbiamo un gruppo WhatsApp dove ci aggiorniamo quasi giornalmente. È molto raro sul set trovare delle spalle su cui appoggiarsi.

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Ma ho anche visto un commento sui social di Fabrizio Gifuni, che ti esternava tutto il suo supporto.

Ma chi me lo doveva che Fabrizio Gifuni un giorno mi avrebbe commentato su Instagram. Sono bellissimi attestati di stima, soprattutto quando li ricevi dai grandi, che sfatano il falso mito di essere irraggiungibili e distanti.

Qual è la cosa che su stampa internazionale ti ha maggiormente colpito?

Ho saputo che in un'intervista a Natalie Portman è stato chiesto che personaggio femminile avrebbe voluto interpretare delle serie degli ultimi anni e pare che le abbia risposto Lila de L’Amica Geniale. Già questo, è stato incredibile.

Come hai chiuso questo ciclo dell'amica geniale?

L'ultimo giorno de L’Amica Geniale è stato molto particolare perché era il giorno di ripresa del terremoto con tutti i personaggi in macchina, già costumati. Faceva un caldo incredibile, era fine luglio e io avevo le calze, la gonna di pelle, questo montone nero e i capelli super cotonati. Una vera emozione sapere che sarebbe stata la mia ultima scena.

Da qui in poi che cosa vedi per te?

Spero tanto che possa arrivare la proposta di qualche progetto che mi emozioni quanto mi ha emozionato questa serie. Sento che c'è una cosa oggi che va molto di moda, ovvero il numero di scene, se è un personaggio è grande o piccolo, quante volte è apparso o è stato inquadrato. Credo che la dignità di un personaggio sia molto più legata al messaggio che manda. La mia speranza è di poter fare lo stesso lavoro così profondo con un personaggio che arriverà e che magari mi catturi e che sarò orgogliosa di interpretare.

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