Componenti per armi assieme alle lingerie: il contrabbando della modella da Londra a Mosca

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Una modella e influencer di Instagram è stata scoperta a inviare tecnologia bellica britannica alla Russia: il sospetto è quello di una elaborata strategia per aggirare le sanzioni imposte a Mosca

 il contrabbando della modella di Instagam da Londra a Mosca

Tecnologia bellica britannica inviata in Russia attraverso la società di una modella di Instagram che faceva base in Kirghizistan. Ancora uno strano caso che confonde i confini che separano il traffico di tecnologie militari e i complicati stratagemmi elaborati dalle aziende senza scrupoli per aggirare le sanzioni.

Gli elementi per una trama da romanzo di spionaggio 2.0 ci sono tutti: una donna attraente di origini russe, una grande potenza occidentale, una remota repubblica dell'Asia centrale con un passato socialista e sofisticate tecnologie militari. A mettere insieme i punti è stata un'inchiesta condotta dall'emittente britannica Bbc, che ha scoperto la modella o influencer kazaka, Valeria Bagaiscina, impegnata a commerciare "tecnologia militare" in Russia attraverso una società registrata in Kirghizistan.

Una influencer in mezzo a traffici letali

La Bagaiscina, che vive tra Dubai e la Bielorussia, avrebbe avuto un ruolo centrale nell'invio di attrezzature ad alta tecnologia per un valore di 2,1 milioni di dollari. Si tratta di componenti prodotti dall'azienda britannica Beck Optronic Solutions, che ha lavorato sui carri armati Challenger 2 e sui caccia F-35, vendute ad aziende russe collegate all'esercito di Mosca. In particolare "lenti per telecamere a infrarossi a onde corte" destinate, tre le altre, alla Ural Optical & Mechanical Plant, un'azienda russa che produce apparecchiature per il puntamento delle bombe e che per tale ragione è stata sanzionata per i suoi stretti legami con l'Esercito russo.

La modella part-time che condivide i suoi spostamenti e la sua vita su Instagram come tutte le influencers che dedicano molto tempo alla nuova Dolce vita globale del nostro secolo, risulta essere la fondatrice e direttrice di una società chiamata Rama Group LLC dal febbraio 2023. Interrogata in merito ai documenti doganali l'azienda britannica ha dichiarato di "non aver violato le sanzioni", di "non aver avuto rapporti con la Russia o il Kirghizistan" e di "non essere a conoscenza delle spedizioni" delle ottiche di fascia alta che vengono impiegate, il più delle volte, per guidare sistemi d'arma come missili, munizioni di carri armati e aerei da combattimento.

Lingerie e lenti ottiche per missili a infrarossi

Ciò lascia supporre, tuttavia, l'esistenza di una "triangolazione" quanto meno sospetta che vede una semplice prestanome usata per inviare in tecnologie militari espressamente sottoposte a sanzioni dal Regno Unito alla Russia, attraverso una società di comodo aperta in Kirghizistan, un ex stato satellite sovietico, da una cittadina bielorussa, un ex potenza satellite sovietica, che non mostra particolare attenzione agli affari della sua attività di import-export. I dati commerciali e i documenti doganali reperiti e consultati dai giornalisti che hanno condotto l'inchiesta per Bcc News, rivelano infatti che la società della giovane modella venticinquenne, secondo le dichiarazioni della stessa "ceduta" a tale Angelina Zhurenko, proprietaria di un'azienda di lingerie sempre in Kirghizistan, e la Shisan LLC, un'altra azienda kirghisa che condivide lo stesso indirizzo della Rama Group, hanno "incanalato milioni di dollari di attrezzature verso aziende sanzionate in Russia".

Il dato che le esportazioni del Regno Unito verso il Kirghizistan sono aumentate di oltre il 300% dal febbraio 2022, ossia dall'aumento delle sanzioni imposte alla Russia, non fa che alimentare ulteriori sospetti. Non solo sul ruolo giocato da realtà come il Kirghizistan nell'elusione delle sanzioni attivate nei confronti di Mosca, ma su una rete che difficilmente sarà distante da agenti d'intelligence che "monitorano" queste delicate operazioni commerciali.

L'indagine condotta dalla Bbc, come quella condotta precedentemente da Reuters, riguardante componenti cinesi per lo sviluppo di droni sviluppati dall'industria statale russa, solleva ulteriori interrogativi sull'efficacia delle sanzioni imposte alla Russia dall'inizio della guerra in Ucraina e sulle reti di approvvigionamento illecite o parallele che - è notorio - interessano molti Stati occidentali e Paesi europei.

Che ignorano, o scelgono di ignorare, quello che viene definito "utente finale"; un'entità che potrebbe impiegare tecnologie proibite su un campo di battaglia in cui i governi si impegnano a mantenere una postura internazionale inconciliabile con l'interesse privato.

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