È arrivata ieri dal segretario generale della Nato la conferma dell'invio di truppe nordcoreane in Russia. Il coinvolgimento di un paese terzo nel conflitto ha sollevato preoccupazioni circa la possibile escalation. Si tratta, in effetti, di una mossa estrema da parte di Putin («sintomo della sua disperazione» per Mark Rutte), e certamente poco pratica sotto vari punti di vista: tra questi, i militari in terra straniera, profumatamente pagati, non parlano russo e la barriera linguistica sta generando tensioni interne. Ecco quindi come comunicano i soldati nordcoreani con i generali russi.
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La "scuola" al fronte
Una parola su tutte: «Fuoco». Comandi militari in russo da imparare per i soldati nordcoreani. La Russia sta insegnando alle truppe di Kim Jong-un un centinaio di parole del linguaggio militare, hanno raccontato deputati sudcoreani ai giornalisti dopo un briefing dell'intelligence di Seul.
Mentre continuano a rincorrersi voci, e timori, per il dispiegamento di circa 10.000 soldati nordcoreani nell'est della Russia, la Cnn ricorda come la Corea del Nord abbia uno degli eserciti più grandi al mondo, con 1,2 milioni di soldati, ma senza esperienza di combattimento.
L'intelligence di Seul, riporta l'agenzia Yonhap, «verifica il possibile dispiegamento al fronte di parte del personale (nordcoreano inviato in Russia), compresi ufficiali con gradi alti», mentre prosegue da oltre due anni quella che per il Cremlino è l'«operazione militare speciale» in Ucraina. Ma, riferiscono i deputati sudcoreani Lee Seong-kweun e Park Sun-won, i soldati nordcoreani faticano a comunicare e non è chiaro se riusciranno a colmare il gap linguistico.
Sul campo la situazione non sembra gradìta ad alcuni dei soldati autoctoni. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni di canali di trasmissione russi rivelate la scorsa settimana dagli ucraini, negli audio i soldati russi parlano delle truppe nordcoreane come il «battaglione K» e i «fottuti cinesi».
Il timore dell'escalation
Per un ex funzionario del Cremlino, ancora vicino alla cerchia del potere, il dispiegamento nordcoreano nel Kursk è «un atto di vendetta per quella che il Cremlino percepisce come un'escalation» nella regione, teatro dell'incursione di terra delle forze di Kiev avviata lo scorso agosto. «È più economico e politicamente più semplice» per il Cremlino schierare truppe nordcoreane, ha detto l'ex funzionario citato dal Washington Post. Il presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol, denuncia una «minaccia per la sicurezza» e bolla come «illegale» la cooperazione militare tra Pyongyang e Mosca. Con lui ha parlato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di fronte a un conflitto che «sta diventando internazionale», che si sta «estendendo» oltre Russia e Ucraina. Intanto Pyongyang rafforza le misure di sicurezza. E non solo per il suo leader. Secondo i deputati, agli ufficiali nordcoreani coinvolti nel 'coordinamento' con la Russia è vietato l'utilizzo di telefoni, mentre ai parenti viene raccontato che sono impegnati in «esercitazioni militari».
Ma, raccontano i deputati, nonostante queste misure le voci sul dispiegamento in Russia si sarebbero rincorse in Corea del Nord con «disordini» in varie zone del Paese tra chi teme di essere 'spedito' in Russia e chi si interroga sul senso della mobilitazione. Come ha sottolineato Politico, la Russia ha fatto sempre più affidamento sulla Corea del Nord per le forniture di munizioni di artiglieria e missili man mano che il conflitto in Ucraina andava avanti e le scorte russe si riducevano, ma il dispiegamento di truppe nordcoreane fa fare un ulteriore passo in avanti dopo il patto tra Mosca e Pyongyang e solleva timori sul fatto che la Russia possa trasferire il proprio konw how al Paese eremita. Sul campo la situazione sarebbe quella emersa dalle intercettazioni di canali di trasmissione russi di cui si è detto sopra. Un interprete e tre ufficiali per 30 soldati nordcoreani, è un'altra informazione che emerge mentre è in visita in Russia Choe Son Hui, ministro degli Esteri della Corea del Nord, alla seconda visita nella Federazione in sei settimane. Il Cremlino si è affrettato a comunicare che Putin non ha in agenda un faccia a faccia con Choe. E a Washington sono attesi colloqui tra i ministri di Esteri e Difesa della Corea del Sud, che per la prima volta valuta l'invio di armi a Kiev, e Stati Uniti. A una settimana dall'Election Day.