Dati rubati, le informazioni vendute agli 007 di Israele. Le intercettazioni: «La Chiesa nostro cliente»

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L’accordo con gli uomini dei servizi segreti israeliani per uno scambio di informazioni e il «mandato» dalla chiesa per fermare la brigata Wagner. Dall’informativa finale consegnata dai carabinieri del nucleo Investigativo di Varese alla Dda di Milano sulla Equalize, emerge come i contorni dell’attività del gruppo che, violando le banche dati istituzionali, piazzando Gps nei cellulari e avviando intercettazioni abusive, ha raccolto e processato informazioni su centinaia di migliaia di persone, siano molto vasti. E non è un caso che i carabinieri come la procura facciano riferimento «Al pericolo che corre la sicurezza nazionale per il potere eversivo delle attività criminali del gruppo denominato “Via Pattari 6” e per il coinvolgimento di soggetti legati ad asset economici strategici per la nazione». Ma sono proprio uomini che facevano parte degli apparati dello Stato a “gestire” la società. E a sfruttare contatti e conoscenze, anche istituzionali. Intorno alla Equalize, che aveva come socio di maggioranza Enrico Pattali, presidente della Fondazione Fiera di Milano, e all’ex super poliziotto Carmine Gallo, gravitavano personaggi centrali che avevano avuto un ruolo negli apparati dello Stato e nei servizi di sicurezza, e che dagli atti risultano fondamentali per l’attività della società. Non solo, l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, che si occupa dell’aspetto cyber e dell’esfiltrazione di dati riservati. Anche ex carabinieri ed ex uomini dell’intelligence. E altri personaggi, come Edmondo Gabriele Pegoraro, ingegnere informatico e dipendente di Bitcorp società di intercettazioni accreditata che ha lavorato con la procura di Milano e, scrivono i carabinieri, «ha provveduto ad attivare perquisizioni informatiche silenti ed acquisizioni ed intercettazioni di dati e di contenuti social o media da dispositivi di comunicazione target del gruppo di via Pattari».

IL MOSSAD

È Calamucci ad annunciare, nel febbraio 2022, che il giorno successivo in via Pattari arriveranno due uomini dei servizi israeliani. «Ci hanno dato, a noi hanno dato 40mila euro fino a oggi, attraverso Enzo (De Marzio, ndr)... mi han proposto un lavoretto da un milione! una volta che fai un milione... Metà dei dati li hanno dati al Vaticano, l'altra metà gli servono per combattere Wagner», spiega Calamucci. De Marzio - annotano i carabinieri - non è solo un fruitore dei servizi del gruppo ma svolge la funzione di «procacciatore d’affari». In forza all’Anticrimine del Ros «Fornisce al gruppo contatti, intelligence straniere, clienti di altissimo profilo, informazioni e documenti riservati nonché un data base esfiltrato a suo tempo di dati di polizia e riservati sottratti con ogni probabilità al data base del Ros». E il giorno successivo, dopo l’incontro documentato dagli investigatori, spiega: «Hanno tutti i documenti originali del Qatar Gate, possiamo fare anche in cooperation se vuoi». E aggiunge di avere lavorato per due anni a Tel Aviv in ambasciata: «Loro lavoravano con me!. Scrivono in israeliano e parlano inglese! Sanno l'italiano, lo spagnolo, il francese, il tedesco... va boh, hanno pagato pure». Gli israeliani avrebbero proposto al gruppo un «do ut des, uno scambio di informazioni, noi diamo informazioni a loro che gli interessano su quelle che abbiamo noi e loro ci danno informazioni a noi su casi che eventualmente ci interessano - dice Calamucci - e possiamo implementare qualcosa, implementiamo... dopo avevo un sacco di cose da fare, dovevo fare altre cose e ho lasciato loro di là!». De Marzio chiarisce «la portata dei dossier che potrebbero acquistare dagli israeliani per 300mila euro».

IL VATICANO

È il 16 dicembre 2022 quando Calamucci parla di attacchi hacker all’Italia e cerca dati sugli asset russi: «Il braccio destro di Putin... la Chiesa chiede quello, quindi - dice - La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no? Ci darà un po’ di roba per l'anno prossimo?». Gallo replica: «Se ci paga... è stato sempre gratis» e Calamucci risponde: «Tu mi hai visto fare qualcosa gratis agli altri se non a te?». A questo punto ironizza Camponovo: «Pro bono per il Papa?» e Gallo risponde: «Ma me l'ha detto lui..quand'è che fa qualcosa gratis?». E Calamucci: «Ci darà un po' di roba per l'anno prossimo?»

L’ACCORDO

Annotano i militari che hanno fotografato e intercettato l’incontro: «Gli argomenti trattati sono numerosi e vanno dal monitoraggio degli attacchi hacker condotti da organizzazioni vicine al governo russo, al monitoraggio e contrasto del finanziamento alla società russa di mercenari “Wagner Group”, all’intercettazione di fondi e movimenti bancari in Europa ed in Italia legati agli interessi russi ed in particolare di “colpire” un cittadino russo di nome “Costantin”. La riunione - spiegano ancora i carabinieri - tratta anche aspetti di collaborazione circa l’accesso alle rispettive “fonti dati” e fonti informative ma anche la possibilità di ottenere un incarico (remunerato) da parte degli israeliani per attività informative ed operazioni nel dominio “cyber”. Calamucci a nome del gruppo mette a disposizione i dati esfiltrabili dalle Banche dati strategiche nazionali e si rende disponibile alle attività d’intelligence richieste previo pagamento. Gli Israeliani propongono al gruppo una partnership anche per trasferire a quest’ultimo le informazioni».

LE INFORMAZIONI

Il 27 settembre 2022 mentre si sta formando il governo Meloni, Pierfrancesco Barletta, ex socio Equilize, ex consigliere di Leonardo e da due giorni dimissionario dalla vicepresidenza di Sea, proprio in seguito alle indagini discute del nuovo esecutivo e parla di un presunto ricatto americano alla premier Meloni: «Se avesse incaricato Salvini agli Interni avrebbero diffuso un dossier sul fatto che il leader della Lega prendeva soldi dai russi». Scrivono i pm: «Tali rivelazioni sono sicuramente degne di nota poiché, al netto di possibili millanterie, sono bisbigliate, in un ambiente ritenuto dagli intercettati “sicuro”, proferite da un consigliere d’amministrazione della partecipata Leonardo (Barletta) ad un interlocutore e socio in affari quale Scalpelli, responsabile dei rapporti istituzionali della società strategica di telecomunicazioni Fastweb spa».

LA RETE

La rete relazionale e di protezione del gruppo è affidata alle conoscenze ed amicizie, soprattutto di Gallo, Pazzali e Calamucci nonché degli altri sodali. I rapporti sono per lo più coltivati nei settori della sicurezza e dell’intelligence nonché delle Istituzioni garantendo così al gruppo una reputazione solida, reputazione vantata anche dalla società Equalize (ombrello e volto societario del gruppo) che si nutre soprattutto dei clienti di alto profilo presenti nel proprio portafoglio come le numerose società multinazionali del campo energetico. Nella rete di relazioni che il gruppo intrattiene fondamentali sono i contatti con la stampa ed i giornalisti. Sia Pazzali che Gallo intrattengono numerosi rapporti con la stampa, il primo per il proprio ruolo in Fiera e per la sua storia di “top manager” il secondo per le trascorse attività di polizia giudiziaria. Negli uffici di via Pattari sono stati trovati anche atti riservati di Eni spa: la società ha diffuso una nota ribadendo «di non essere mai stata, e di non essere, in alcun modo al corrente di eventuali attività illecite condotte da Equalize a livello nazionale o internazionale».

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