Diede fuoco alla moglie in auto, suicida in cella. La figlia festeggia

4 settimane fa 11

L'uomo si è impiccato in carcere nella notte. Prima di morire la vittima aveva accusato il marito. Emoticon di gioia su Facebook

Diede fuoco alla moglie in auto, suicida in cella. La figlia festeggia

Si è suicidato in carcere Giuseppe Lacarpia, il 65enne che la notte tra il 5 e il 6 ottobre ha ucciso la moglie dandole fuoco in macchina e poi, dopo che lei era fuggita, immobilizzandola sull'asfalto per finirla a mani nude. Era stata la vittima, Maria Arcangela Turturo, poco prima di morire in ospedale, a confidare alla figlia che era stato suo padre a ridurla in quel modo. Una notizia quella del suicidio, rilanciata su Facebook da una delle figlie, ancora scossa dalla tragedia familiare, con una serie di emoticon di gioia. Sentita dagli investigatori dopo il femminicidio, anche lei aveva confermato le violenze subite dalla madre.

Lacarpia è stato trovato verso le 3 di lunedì notte dalle guardie penitenziarie del carcere di Bari dove l'uomo era rinchiuso con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai rapporti di parentela. Avvertite dai compagni di cella, le guardie hanno trovato il detenuto impiccato alla traversa del letto, forse con una piccola corda o con un lenzuolo. L'agente del reparto non si era accorto di nulla e quando è scattato l'allarme era troppo tardi per tentare di rianimarlo. Lo scorso 8 ottobre, due giorni dopo l'arresto, Lacarpia era stato ricoverato per una caduta dal letto al castello, sembra a causa di un malore. L'uomo soffriva di demenza senile e di Alzheimer, patologie per le quali era in cura da diversi anni ma che, a detta dei figli, non gli impedivano di essere sempre lucido e presente a se stesso. Da qualche giorno il 65enne aveva ottenuto dal giudice il permesso di andare a trovare la moglie al cimitero, quella stessa moglie alla quale non ha esitato a dare fuoco cercando di simulare un incidente. Durante l'interrogatorio aveva sostenuto che l'auto che stava guidando aveva preso fuoco dopo aver sbattuto contro un muretto, poi aveva trascinato fuori la moglie cercando di rianimarla. Le indagini, grazie anche a diverse testimonianze e ad un video girato da alcuni giovani di passaggio, hanno dimostrato invece che quello di Maria Arcangela Turturo è stato un delitto premeditato: l'uomo ha deliberatamente incendiato la macchina con la moglie dentro. Quando la donna è riuscita ad uscire dall'auto in fiamme lui l'ha rincorsa e l'ha bloccata a terra con un ginocchio, provocandole fratture gravi allo sterno e alle costole e causando la compressione del cuore e l'arresto cardiocircolatorio che l'ha uccisa.

Non prima di confidare ad un agente che la stava soccorrendo che era stato il marito aveva cercato di ucciderla. La stessa versione poi ribadita in ospedale alla figlia negli ultimi istanti di vita.

Un dramma nel dramma. Difficile dunque stupirsi di fronte alla reazione di una figlia davanti a tanto dolore.

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