Secondo i dati del New York Times, nei quattro anni di presidenza dem sono entrati illegalmente 8 milioni di clandestini
Sono diversi i motivi che hanno consentito a Donald Trump di stravincere le elezioni presidenziali Usa contro Kamala Harris. Tra i fattori che hanno fatto la differenza c’è sicuramente la gestione dell’immigrazione. Se il tycoon aveva gestito il dossier con buonsenso, i dem hanno sfoderato politiche buoniste controproducenti. Un disastro firmato da Biden ma anche dalla stessa Harris, che ha seguito in prima persona la gestione dei confini. A certificare il flop sono arrivati i dati del New York Times: l’ondata di con 8 milioni di clandestini entrati illegalmente, l'ondata di immigrazione negli Usa durante la presidenza Biden è un record nella storia del Paese.
Sì, i numeri della gestione Biden-Harris hanno superato il grande boom dell’immigrazione di fine Ottocento-inizio Novecento. La migrazione netta annuale, ovvero il numero di persone che arrivano nel paese meno il numero di persone che se ne vanno, è stata in media di 2,4 milioni di persone dal 2021 al 2023, secondo il Congressional Budget Office. La migrazione netta totale durante l'amministrazione Biden probabilmente supererà gli otto milioni di persone. Si tratta di un ritmo di arrivi nettamente più veloce rispetto a qualsivoglia periodo registrato, compresi gli anni della grande migrazione dall’Europa.
I numeri nell'analisi del New York Times includono sia l'immigrazione legale che quella illegale. Circa il 60 percento degli immigrati entrati nel Paese dal 2021 lo ha fatto senza autorizzazione legale, secondo un rapporto di Goldman Sachs basato sui dati governativi. L'aumento combinato dell'immigrazione legale e illegale ha fatto sì che la quota della popolazione statunitense nata in un altro Paese raggiungesse un nuovo massimo, il 15,2 percento nel 2023, rispetto al 13,6 percento del 2020. Il primato precedente era del 14,8 percento, nel 1890.
Diversi fattori hanno causato l'impennata, a partire dalla politica accogliente di Biden durante i suoi primi tre anni in carica. Dopo aver bocciato il pugno duro di Trump - basti pensare alle sceneggiate sulla separazione delle famiglie al confine - i democratici hanno promesso un approccio diverso: "Siamo una nazione che dice: 'Se vuoi fuggire e stai fuggendo dall'oppressione, dovresti venire qui'" la promessa certificata 2020. La sua amministrazione ha allentato le regole sull'asilo e altre politiche sull'immigrazione, rendendo più facile l'ingresso negli States. Molti hanno ottenuto lo status legale temporaneo, mentre altri sono rimasti nel Paese in maniera clandestina.
Anche fattori esterni hanno giocato un ruolo importante nell'ondata. I disordini ad Haiti, Ucraina e Venezuela hanno spinto persone disperate a fuggire dai loro paesi d'origine. La crescita delle reti di trafficanti gestite dai cartelli della droga messicani ha permesso a più persone di raggiungere il confine degli Stati Uniti. Ma la politica dell'amministrazione Biden sembra essere stata il fattore più importante, evidenzia il quotidiano a stelle e strisce.
Le ripercussioni sulle ultime presidenziali sono state evidenti, considerando che gli Stati Usa più colpiti dall'immigrazione si sono tutti schierati dalla parte di The Donald, basti pensare alle percentuali bulgare in Texas.