L’immagine della famiglia Trump sul palco della vittoria, nella notte elettorale del 5 novembre al Palm Beach County Convention Center, rappresenta i nuovi equilibri all’interno della dinastia che daranno l’impronta al secondo mandato del presidente. Presenti Melania, il figlio Eric con la moglie Lara e il neo vice J.D. Vance, ma assenti le figure chiave della prima amministrazione come Ivanka Trump e Jared Kushner. Un cambio di guardia che segna la svolta radicale del movimento Make America great again (Maga), con una figura che spicca su tutte. Lara Yunaska, consorte di Eric Trump. Per TJ McCormack, esperto di comunicazione repubblicano, potrebbe essere la «storia di successo politico più sottovalutata».
Gli eredi
Trump ha sempre tenuto accanto a sé la sua famiglia sia negli affari, sia in politica. E se il vicepresidente eletto JD Vance viene indicato come il successore naturale alla Casa Bianca nel 2028, per diversi analisti è possibile che all’interno della cerchia famigliare emergano nomi di spessore validi per future cariche. Insomma, quella in via di formazione è una dinastia politica Trump. Esperti consultati da Newsweek hanno dichiarato che il presidente designato sta «chiaramente preparando» dei successori tra i suoi familiari, benché qualsiasi Trump che si candidi potrebbe avere difficoltà a sostituire il patriarca. Tra le persone sulle quali fa grande affidamento c’è Lara Yunaska, una laurea in Comunicazione presso la North Carolina State University, già produttrice per Inside Edition prima di concentrarsi sulla campagna elettorale del suocero. A marzo è stata nominata copresidente del Comitato nazionale repubblicano (Rnc), ha supervisionato la raccolta fondi che è salita dai 10,6 milioni di dollari di febbraio ai 65,6 di marzo, fino ai 76 milioni di dollari di aprile. Yunaska potrebbe diventare senatrice in Florida al posto di Marco Rubio, appena nominato segretario di Stato. È l’idea che si rafforza tra i ranghi repubblicani per mettere al sicuro un posto chiave con una fedelissima del presidente eletto. «Mi piacerebbe prendere in considerazione l’ipotesi, se il governatore della Florida Ron De Santis lo chiederà», si è limitata a dichiarare lei, definendosi ai microfoni di Fox come la più allineata «ai valori e alle politiche dell’America First» del prossimo presidente. A molti repubblicani la prospettiva piace. «Sarebbe una grande senatrice e rappresenterebbe al meglio la Florida», ha commentato Rick Scott, il senatore Maga ed ex governatore della Florida. «Sarebbe una voce importante a favore delle famiglie e un’altra mamma di figli in età scolare che capisce quello contro cui ci battiamo. Combatterebbe per proteggere il sogno americano», ha sottolineando la senatrice repubblicana dell’Alabama Katie Britt.
Ambizioni politiche
Con l’assenza di Ivanka, la figlia preferita del presidente eletto, e il ruolo defilato di Melania, Lara è divenuta la nuova stella del clan e il possibile salto a senatrice ne suggellerebbe l’ascesa, incoronandola come regina di famiglia. Ma altri membri sembrano avere ambizioni politiche. Eric Trump, vicepresidente esecutivo della Trump Organization, ha lasciato intendere a luglio che si sarebbe candidato alla presidenza nel 2032, nonostante la sua scarsa esperienza in politica al di fuori del coinvolgimento nelle campagne presidenziali del padre. Quanto a Donald Trump Jr., sebbene non sia chiaro se abbia intenzione di candidarsi, si è distinto come un potente mediatore nella politica repubblicana, convincendo a quanto si dice il padre a scegliere il senatore dell’Ohio JD Vance come compagno di corsa. In evidenza anche il figlio più giovane di Trump, il diciottenne Barron, che ha fatto la sua prima apparizione in assoluto a uno dei comizi del padre a luglio. È stato indicato come una figura fondamentale nella rivoluzionaria strategia digitale del padre in questa elezione, esortandolo a sedersi con podcaster e streamer per raggiungere un pubblico più giovane. «Donald Trump sta formando i membri della famiglia a proseguire la sua eredità politica dopo il suo secondo mandato», afferma Barbara Perry, docente al Miller Center dell’Università della Virginia. «Trump potrebbe eventualmente abbandonare la scena, ma il trumpismo no», aggiunge. «In ogni caso, sta preparando Lara e credo Don Jr., poi Barron, a proseguire nelle ambizioni politiche della famiglia, proprio come Donald ha ereditato l’attività immobiliare di suo padre», spiega a Newsweek. Per Mike Madrid, stratega del cofondatore del Lincoln Project, un’organizzazione repubblicana anti trumpiana, sottolinea come la vittoria elettorale abbia collocato Lara Yunaska in una posizione di forza. «Sembra che voglia quel ruolo più degli altri», sottolinea. Benché la strada sia ardua, rimarca Costas Panagopoulos, professore di scienze politiche alla Northeastern University: «Non sono convinto che un altro Trump possa avere lo stesso successo. È concepibile che la famiglia Trump possa emergere come la prossima dinastia politica americana, ma non sono certo che qualcun altro possa replicare lo stile unico di Donald Trump o attrarre i suoi sostenitori più convinti».