Un piano di spartizione che mira a cancellare dalla carta geografica l'Ucraina. L'indipendenza raggiunta già nel 1991 e l'integrità territoriale minacciata dalla Russia sono in pericolo. È il Kyiv Post a raccontare quello che potrebbe succedere al paese guidato da Zelensky secondo i programmi del Ministero della Difesa russo.
Fonti di intelligence hanno comunicato ai giornalisti ucraini che Mosca intende trasmettere questo piano alla nuova amministrazione Trump, il neopresidente eletto degli Stati Uniti.
Ucraina divisa in tre: le mire di Putin
Il documento mostra la divisione dell'Ucraina in tre parti: una zona con le regioni dell'Ucraina completamente occupate, quelle che Mosca cerca in tutti i modi di annettere e dove ha celebrato referendum di dubbia validità. Poi il territorio attorno a Kiev , definito da Mosca come “entità statale filo-russa”, uno stato fantoccio che prevede la presenza di autorità filo-russe e contingenti militari russi. E infine le regioni occidentali dell'Ucraina , denominate "territori contesi", il cui destino sarà determinato nei negoziati che coinvolgeranno Russia, Polonia, Ungheria e Romania. In pratica i confini dell'est Europa si troverebbero in contatto diretto con la federazione russa che "divorando" l'Ucraina intende creare un nuovo ordine mondiale.
Su questa prospettiva ci sono quattro possibili scenari, due dei quali la Russia considera i più favorevoli:
- Formazione di un mondo multipolare in cui le grandi potenze si dividono le sfere di influenza.
- Regionalizzazione o caos che implica un indebolimento dell’ordine globale esistente.
- Il dominio degli USA e dell’Occidente
- La Cina come la principale potenza mondiale
Il Cremlino punta ai primi due scenari e per raggiungerli si aspetta di vincere la guerra con l'Ucraina.
I secondi due scenari sono considerati, invece, sfavorevoli dalla Russia. E potrebbero materializzarsi se Mosca perdesse la guerra o se il conflitto si congelasse.
Ma smembrare un Paese, l'Ucraina, disarmarla, occuparla e cancellando la sua sovranità non fermerà Putin. Lo scrivono gli analisti dell'Atlantic council.
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Imporre la neutralità all'Ucraina non fermerà Putin
La neutralità infatti è solo un modo per cancellare l'indipendenza di Kiev. E con la vittoria elettorale di Donald Trump che alimenta nuove speculazioni sulle prospettive di una soluzione negoziata alla guerra russo-ucraina, il presidente russo Vladimir Putin è tornato a insistere sulla neutralità ucraina. «Se non c'è neutralità, è difficile immaginare relazioni di buon vicinato tra Russia e Ucraina», ha commentato il 7 novembre a Sochi.
Non è una novità. La Russia, già prima dell'invasione, chiedeva la neutralità ucraina permanente. Lo status di neutralità era una condizione chiave stabilita dal Cremlino durante i falliti colloqui di pace che hanno avuto luogo nelle prime settimane di guerra. È tornato in primo piano quando Putin ha presentato una proposta di pace nel giugno 2024.
Molti nella comunità internazionale considerano la spinta di Putin per un'Ucraina neutrale come di gran lunga la sua richiesta più ragionevole. Sta facendo molto scalpore la rivelazione, contenuta nell'autobiografia appena pubblicata da Angela Merkel, in cui l'ex cancelliera sostiene di aver sempre frenato per un ingresso dell'Ucraina nella Nato. E quindi sottolinea anche lei l'importanza di una neutralità. Alcuni hanno persino accusato la Nato di aver provocato l'attuale guerra espandendosi nella tradizionale sfera di influenza della Russia dal 1991 e approfondendo la cooperazione con l'Ucraina. Questa tesi sostiene che se l'Ucraina può essere tenuta in una terra di nessuno geopolitica, la Russia sarà placata.
Attenzione, perché questa tesi tornerà. Mentre Trump deve ancora delineare i suoi piani per un possibile accordo, rapporti non confermati suggeriscono che si sta prendendo in considerazione un congelamento di vent'anni delle aspirazioni dell'Ucraina di entrare nella Nato. Ma imporre la neutralità all'Ucraina non porterà a una pace duratura in Europa. Al contrario, lascerebbe l'Ucraina alla mercé di Putin e preparerebbe il terreno per una nuova invasione russa.
Gli ucraini hanno già imparato a proprie spese che la neutralità non li protegge dall'aggressione russa. Il paese ha ufficialmente abbracciato lo status di non allineato durante la presidenza di Viktor Yanukovych del 2010-2014, ma questo non ha impedito a Mosca di cercare di riaffermare il pieno controllo sull'Ucraina. Quando il regime di Yanukovych è caduto, Putin ha optato per l'uso della forza e ha iniziato l'invasione militare dell'Ucraina.
L'ingresso ucraino nella NATO
Fin dall'inizio dell'attacco russo all'Ucraina nella primavera del 2014, Putin ha cercato di giustificare l'aggressione russa sottolineando il pericolo incombente dell'adesione dell'Ucraina alla NATO. Ma guardiamo a questa possibilità: negli ultimi dieci anni, i leader della NATO si sono rifiutati di fornire a Kiev un invito e l'hanno tenuta in "quarantena".
Per Putin un'Ucraina indipendente è un errore storico. Ha ripetutamente affermato che l'Ucraina non è un " vero paese " e dice che gli ucraini sono in realtà russi (" un solo popolo ").
Dall'inizio dell'invasione su vasta scala, è diventato sempre più evidente che l'obiettivo finale di Putin non è la neutralità dell'Ucraina, ma la sua distruzione. La macchina della propaganda del Cremlino ha dipinto l'Ucraina come un'intollerabile "anti-Russia" e ha promosso l'idea che la continua esistenza dell'Ucraina sia incompatibile con la sicurezza russa. Nel frattempo, ha paragonato la sua invasione alle conquiste imperiali del sovrano russo del XVIII secolo Pietro il Grande e ha ripetutamente affermato di "restituire" terre storicamente russe.
Nei territori controllati dai russi, spiega l'analista Mykola Bielieskov dell'Atlantic council, le persone devono affrontare politiche di russificazione incessanti e la soppressione di tutto ciò che è ucraino. Gli adulti devono accettare la cittadinanza russa per accedere ai servizi di base, mentre i bambini sono costretti a sottoporsi a indottrinamento nelle scuole che insegnano una nuova "storia" basata sulla visione del Cremlino.
Acconsentire alle richieste di Putin per un'Ucraina neutrale potrebbe fornire un po' di sollievo a breve termine dalla minaccia di una Russia espansionista, ma questo porterebbe in ultima analisi a più guerra e al probabile crollo dell'attuale ordine di sicurezza globale. Semplicemente non esiste un argomento plausibile per insistere sulla neutralità ucraina, se non il desiderio di lasciare il paese indifeso e alla mercé della Russia che si preoccupa della sua sicurezza ma in realtà minaccia la sicurezza dei Paesi vicini.