“E poi il silenzio – Il disastro di Rigopiano” è il nuovo podcast originale di Sky Italia e Sky TG24 realizzato da Chora Media, firmato da Pablo Trincia. “Sono le 16.49 del 18 gennaio 2017, quando una valanga travolge l’hotel Rigopiano a Farindola, in Abruzzo, radendolo al suolo e uccidendo 29 delle 40 persone che si trovavano al suo interno, intrappolate per ore, tra neve e detriti”, così il podcast inizia il racconto del disastro. Otto puntate disponibili sul sito skytg24.it e su tutte le principali piattaforme di streaming. A fine novembre è poi attesa la docuserie Sky Original dedicata al disastro di Rigopiano e sempre narrata da Pablo Trincia.
Pablo Trincia torna con una nuova storia, raccontando una grande tragedia collettiva: la valanga che ha mietuto più vittime nella storia del nostro Appennino e la seconda più disastrosa in Europa. Il podcast-inchiesta indaga nella tragedia con un lavoro di ricostruzione, esaminando il materiale raccolto. È scritto da Pablo Trincia con Debora Campanella, creative producer è Audrey Gouband, le musiche e il sound design sono di Michele Boreggi.
La storia, che parte delle ore tragiche dell’incidente, si sviluppa grazie al racconto dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, tra cui: Francesca Bronzi, estratta viva dopo circa 50 ore; Emira De Acetis, moglie di Roberto Del Rosso, proprietario dell’hotel; Rossella Del Rosso, sorella di Roberto; Pasquale Iannetti, guida alpina e membro della commissione regionale che nel 1992 aveva fatto nascere la legge regionale nota come ‘Carta valanga’ prima nel suo genere in Italia ma mai applicata fino al 2021, 4 anni dopo la tragedia di Rigopiano; Giampaolo Matrone, estratto vivo da sotto le macerie il 21 gennaio 2017, dopo 62 ore. Giampiero Parete, il primo a chiamare i soccorsi alle ore 17:08 senza essere creduto nell’immediato; Fabio Salzetta, manutentore dell’hotel, sopravvissuto perché fuori dalla struttura e Marco De Felici e Fabio Tabanella, del Comando dei Vigili del Fuoco.
È stata una tragica fatalità, oppure quelle persone non dovevano trovarsi lì? Perché nessuno ha liberato dalla neve la loro unica via di fuga? Molte cose non hanno funzionato, e non solo quel giorno. Per questo i sopravvissuti e i parenti delle vittime ancora oggi lottano perché sia fatta luce sulla verità.