Elena Cecchettin: «Se subite violenza fate in modo che si sappia. Forza è resistenza»

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Letizia sale sul palco, si avvicina al microfono e dice: ?Come stai??. ? la prima domanda per Elena Cecchettin. Lei risponde senza incrinare la voce: ?In quattro mesi mi sono ammalata una decina di volte. Quando stai male, stai male anche fisicamente. Adesso mi sto riprendendo, ma non posso dire di stare bene?. Nella Sala Azzurra del Salone Internazionale del Libro di Torino tutte le poltrone sono prese. Le occupano soprattutto ragazze e ragazzi. Sono venuti - in tanti anche quaranta minuti prima in coda- per ascoltare la sorella di Giulia, uccisa a coltellate l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. L’ultima volta che Elena aveva parlato in pubblico era nell’Aula Magna dell’Universit? di Padova alla laurea in memoria di Giulia, lo scorso 2 febbraio. Dopo oltre tre mesi, torna a esporsi per dialogare con i coetanei e le coetanee della Generazione Zeta attraverso un incontro realizzato in collaborazione con La27ora e D.i.re, Donne in Rete contro la violenza, che hanno raccolto le domande.

Giovanni le chiede come si convive con tanto dolore. ?In famiglia ci manca Giulia in momenti diversi. Io sto cercando il mio modo per convivere con la sofferenza che non se ne andr? mai. Sto tentando di riappropriarmi della mia vita?. Agata domanda quali sono gli aspetti di sessismo della nostra vita quotidiana a cui non facciamo pi? caso. ?Bisogna cercare di prevenire: dal cat calling ai commenti che sessualizzano le donne o a quelli che le sminuiscono. Sono tutti atti di violenza?. Eleonora vorrebbe invece sapere quanto ritenga ostacolante il fenomeno del victim blaming (colpevolizzazione della vittima ndr) nel percorso di denuncia. E l? la risposta di Elena fa partire un forte applauso: ?Se le donne denunciano e non vengono credute, saranno meno spronate a farlo. Ma al di l? delle denunce io dico alle persone che subiscono violenza: parlatene con gli amici, con la famiglia. Cercate di comunicarlo in giro, anche tramite i social, fate in modo che si sappia: pu? aiutare?.

Denis chiede se esistano dei modelli per una mascolinit? pi? consapevole. ?Gli uomini devono mettersi in discussione. Noi donne non dobbiamo smettere di avere delle pretese, dobbiamo richiedere il nostro spazio, se dico no ? no?. Letizia ha un’altra domanda. Come si reagisce allo sguardo giudicante della societ?? ?La cosa pi? brutta della mia vita ? successa l’11 novembre 2023. Trovo assurdi i commenti d’odio sui social. Ci rido sopra. Ma ? importante circondarsi di persone che ci ricordano veramente chi siamo?.

Risponde a tutto Elena mentre scava dentro di s? riflessioni e pensieri. Il suo sguardo a volte ? ondivago, sempre gentile. Accanto a lei ci sono Barbara Stefanelli, vicedirettrice vicaria del Corriere della Sera e Alessandra Campani, operatrice di centro anti violenza e referente del gruppo prevenzione di Dire. Dice Stefanelli: ?La famiglia Cecchettin sta portando il discorso della violenza fuori dalle accademie e lo sta mettendo nelle nostre case. La loro generosit? ci aiuter? a cambiare?. Proprio per cambiare dobbiamo continuare a fare rumore, non solo con le chiavi in mano, anche con le parole, insiste Campani.?In Italia gli omicidi diminuiscono, i femminicidi no. Spesso la parola stessa- femminicidio- viene contestata. Bisogna ripartire dal linguaggio per contrastare questo fenomeno?, aggiunge Stefanelli. Poi Campani insiste su un punto: ?Il femminismo ? per tutte e tutti. Non ? per le donne, ? per la libert? che garantisce a uomini e donne?.

Ecco allora il parallelismo tra la lotta delle partigiane nella Resistenza e le battaglie delle donne. Elena, che cos’? la forza? ?Forza ? anche resistenza. Dobbiamo voler essere forti, non solo tirare i pugni ma resistere. Magari ci vorr? tantissimo tempo ma sono convinta che il cambiamento prima o poi arriver?. ? rivoluzionario credere di valere?. Valere, valgono- senz’altro-le sue parole per le quali, alla fine, in moltissimi la ringraziano.

12 maggio 2024 (modifica il 12 maggio 2024 | 22:01)

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