Due giorni quanto è successo nel calcio, anche nella pallacanestro la sfida sportiva vede prevalere il capoluogo lombardo contro la capitale spagnola: Dimitrijevic destatante. E ora l'Armani può provare la risalita in Europa
Nella notte in cui Sergio El Chacho Rodriguez - campione con entrambe le divise - entra di diritto nella Hall of Fame dell'Olimpia, Milano riesce a bissare il successo che era stato ottenuto specularmente sul fronte calcistico appena quarantotto ore fa: il Real Madrid, infatti, viene piegato all'Unipol Forum di Assago (Milano) in occasione dell'ottavo turno dell'attuale edizione dell'Eurolega di basket. Terza vittoria stagionale nella competizione europea per i meneghini che, dopo la clamorosa batosta a Trento in campionato, riprendono ossigeno nel big match internazionale di giornata. Finisce 85-76: agganciati in classifica proprio i madrileni con un record di 3-5.
Punteggio basso nei primi cinque minuti di gioco, con il risultato che si fissa sul 7 pari con la supertripla di Leandro Bolmaro. Un'altra bomba - questa volta di Nenad Dimitrijevic - consente ai padroni di casa di portarsi per la prima volta in vantaggio (14-12). Altro botta e risposta nel finale di primo quarto; poi, l'ex Causeur (dall'arco e in contropiede), Armoni Brooks e il debuttante con l'Armani Nico Mannion scrivono il travolgente +8 sui blancos: 24-16 alla prima sirena. Divario che aumenta, fino a toccare i 15 punti, in apertura di secondo periodo con Zach LeDay e Causeur: la tripla di Brooks e il tap-in dello statunitense ex Partizan vale il 33-18. Il Real spezza il digiuno e ritorna in carreggiata con un parziale repentino di 9-0 grazie a Hezonja, Ndiaye e Facundo Campazzo. Il timeout chiamato da coach Ettore Messina fa comunque bene ai meneghini, che tornano sul +12 con cinque punti consecutivi di Dimitrijevic e i 2/2 dalla lunetta di Nikola Mirotic (41-29). Qualche errore di troppo fa sì che l'Armani si debba "accontentare" di andare all'intervallo lungo con un utile di sette lunghezze: 47-40 dopo venti minuti effettivi.
Il quarto d'ora che porta all'inizio del secondo tempo è tutto dedicato a Chacho, fuoriclasse e professionista esemplare sul campo e fuori, visibilmente commosso in compagnia della moglie e dei suoi quattro figli cinque mesi e con in mano la sua maglia numero 13 in bacheca dopo avere annunciato il ritiro dalla basket giocato. Con lui Milano ha vissuto tre anni di ricordi straordinari: dallo scudetto alle coppe, allo splendido cammino fino alle Final Four. "Sono stato fortunato a giocare in tanti posti dove vincere. Non mi sono mai preoccupato troppo dei riconoscimenti individuali. Ma il feeling in questa arena è stata una cosa differente e speciale - ha dichiarato il campione spagnolo -. Conoscevo la storia di questo club, anche prima di arrivare qui, con tanti grandi giocatori che hanno fatto la storia e vinto tantissimo. Far parte di questo ristretto gruppo è incredibile".
I tiri liberi di Mirotic permettono all'Olimpia di mantenere sostanzialmente invariate le distanze a metà esatta del terzo quarto (53-45), ma ci vuole un super Dimitrijevic (22 punti complessivi per lui) per tenere ancora abbastanza in lontananza negli specchietti retrovisori la formazione allenata da Mateo Chus. E, difatti, il punteggio all'ultima pausa parla chiaro: 62-55 dopo l'appoggio vincente di Mannion, il cui impatto con la sua nuova squadrà è stato tutto sommato positivo (11 punti). Ma non è finita qua: il Forum si accende sulle giocate di LeDay e Brooks, che fanno registrare il massimo vantaggio a favore di Milano (80-58) e avvicinano i campioni d'Italia all'impresa quando mancano sei minuti scarsi alla conclusione.
Ci sono 22 punti da gestire con tutta calma per portare a casa un successo importantissimo e altrettanto prestigioso, che in effetti arriva nonostante gli ospiti riescano comunque a mangiucchiare qualcosina nello score, ma non basta: per quanto diventi "solo" +9, il pubblico di Assago può festeggiare dopo tanta sofferenza negli ultimi tempi.