Ex Forestali, il governo ammette a Strasburgo la violazione delle libertà sindacali nel passaggio sotto l’Arma dei Carabinieri

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Ambiente & Veleni

Ex Forestali, il governo ammette a Strasburgo la violazione delle libertà sindacali nel passaggio sotto l’Arma dei Carabinieri

| 24 Ottobre 2024

Gli ex agenti Forestali dello Stato hanno ragione: sono stati discriminati. La sentenza della Corte di Strasburgo di oggi riconosce pienamente la fondatezza delle loro battaglie. Il governo italiano, infatti, si è assunto la responsabilità davanti alla Cedu, la Corte europea dei diritti umani, di aver violato la libertà sindacale di 1.134 ex guardie forestali a causa del loro trasferimento nell’Arma dei Carabinieri o nella Guardia di Finanza, forze a statuto militare. Tutto è iniziato quando il decreto legislativo n.177 del 19 agosto 2016 (Riforma Renzi-Madia) azzerò in un batter d’occhio l’organismo di tutela del patrimonio boschivo italiano, consegnando le chiavi della Forestale all’Arma dei Carabinieri: la mattina dopo migliaia di agenti civili si trovarono ad indossare una uniforme militare, vedendo stravolta la loro vita e assistendo di giorno in giorno a un brusco cambiamento delle modalità di intervento alle quali erano stati formati, a loro volta esse frutto di cento anni di tradizione e scienza boschiva.

La nostra Corte costituzionale nel 2019 confermò la legittimità della scelta di aver fatto in pezzi il Corpo Forestale e così si aprì la strada della richiesta di giustizia a Strasburgo, anche sulla base delle attività di rivendicazione condotte dalla FeRfa, la Federazione Rinascita Forestale Ambientale che chiede di ripristinare lo status di corpo civile. La sentenza della CEDU ha un significato soprattutto politico, visto che non ci saranno sostanziali conseguenze in termini di risarcimenti: l’aspetto davvero eclatante è che le Autorità italiane hanno scelto di prendersi la responsabilità di quel che è avvenuto pagando solo le spese processuali: “Altro non avverrà per il momento”, spiega l’avvocato Egidio Lizza, soddisfatto per l’esito di questa battaglia durata cinque anni: “Vorrei sottolineare che la sentenza di oggi mette in fila le due violazioni. La prima perché è avvenuta una costrizione dei diritti sindacali, la seconda perché gli ex agenti forestali sono stati fortemente discriminati dalla costrizione di assumere lo status di militari che per tutti gli altri cittadini avviene per una libera e volontaria scelta”.

Per la Corte europea il lavoro è finito, ora inizia quello della politica italiana: il governo si prenderà davvero la responsabilità di dare seguito a quanto ha ammesso di fronte ai giudici d’Oltralpe, cioè riportare la Forestale all’interno delle funzioni civili dello Stato, togliendole di dosso quella divisa militare che, fondamentale per la nostra sicurezza pubblica, stona completamente con i compiti delle guardie dei boschi?

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