Ha tumore alla prostata e deve essere operato: ma dopo l'anestesia gli amputano l?avambraccio destro

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Un 69enne si deve operare per tumore alla prostata: a causa dell'anestesia gli amputano l'avambraccio destro. È successo a un signore di Seveso che ha denunciato per lesioni colpose gravissime l'anestesia ed eventuali altri medici della clinica San Carlo di Paderno Dugnano. In base a quanto riferito in un esposto alla Procura di Monza, i fatti contestati risalgono all'8 luglio 2024 quando il paziente sarebbe stato ricoverato per l'intervento chirurgico programmato di rimozione della neoplasia.

Cosa è successo

Il 69enne, difeso dall'avvocata Roberta Minotti, sostiene che durante la fase di preparazione all'operazione da parte dell'anestesista sarebbero stati eseguiti un accesso venoso al braccio sinistro, un accessoo alla vena giugulare destra e uno all'arteria radiale destra con agocannula. Come spiegato da Il Giorno, l'ultima operazione avrebbe causato un forte dolore al braccio del paziente, che avrebbe perso i sensi e sarebbe quindi stato trasferito in terapia intensiva. Dato che una presunta lesione dell'arteria gli avrebbe potuto causare un'ischemia, è stato sottoposto a due interventi chirurgici al braccio. Sono state amputate tre dita della mano soggette a necrosi. Il 69enne è stato quindi trasferito all'ospedale San Gerardo di Monza, che, constatata l’irrimediabilità della situazione clinica del braccio a causa di un processo ischemico irreversibile, il 5 agosto avrebbe proceduto all’amputazione dell’avambraccio.

L'esposto

Il 69enne, che viene descritto come persona autonoma e dinamica, ora sarebbe impossibilitato di fare fronte alle proprie esigenze quotidiane. Nell'esposto la situazione si considerata causata da un "errore medico" dell'anestesista: «Necessita di assistenza continua per vestirsi e per lavarsi e, non potendo guidare, deve essere accompagnato ovunque, oltre a non potersi più dedicare ai suoi hobby di bricolage e nemmeno aiutare la nipote con i figli piccoli, che andava a prendere alla scuola materna». Il legale del San Carlo di Paderno, avrebbe invece informato che «la Clinica si è attivata prioritariamente, e sta proseguendo, per assistere il paziente nei suoi percorsi clinici e terapeutici. Sono state avviate, e sono tuttora in corso, le procedure previste per i casi di specie, sia per l’accertamento di ogni eventuale responsabilità sia per i conseguenti aspetti risarcitori, a cui la Clinica contribuisce con la massima collaborazione e trasparenza».

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