Nonostante siamo ancora a novembre, Netflix ha cominciato a diffondere le prime commedie romantiche natalizie: ma vale davvero la pena di vedere questi film?
Sebbene dicembre sia ancora lontano e il primo freddo si sia appena affacciato all'orizzonte in questo autunno mite, l'attesa del Natale comincia già a farsi febbrile, tanto che sulle piattaforme di streaming on demand sono già apparsi i primi film di Natale con cui gli abbonati passeranno probabilmente le "ore morte" delle festività. Su Netflix, in particolare, sono usciti già i primi titoli che stanno scalando le classifiche dei prodotti più visti. Il caso più noto, in questi giorni, è Appuntamento a Natale, pellicola che racconta la storia di una donna che cerca in ogni modo di trovare un biglietto per il concerto di Natale dei Pentatonix, convinto che l'evento sarà il teatro dell'incontro con la sua "persona", la sua anima gemella. Nonostante rientri tra i film più visti, Appuntamento a Natale è un film che non funziona e che dimostra quanto prodotti simili stiano minando un genere intero.
La rom-com natalizia è infatti un genere molto redditizio e molto seguito: negli Stati Uniti, ad esempio, Hallmark è stata per anni la casa di produzione di commedie romantiche ambientate in piccoli paesini più o meno realistici, pieni di neve e buoni sentimenti, che culminavano nella realizzazione del lieto fine emotivo. Un'eredità, questa, che è stata raccolta dalla stessa Netflix, che ogni anno offre ai suoi abbonati pellicole che rientrano senza sforzo in questa categoria. Il quesito che sorge a questo punto è il seguente: a fronte di una produzione massiccia di film natalizi ogni anno, essi valgono veramente il tempo di una visione?
Prima di rispondere alla domanda, però, bisogna necessariamente fare un passo indietro. I "film di Natale" rappresentano una sorta di mondo a parte, una non-dimensione che non risponde per forza alle stesse regole che dettano il passo della storia del cinema. Un genere a sé stante, che non risponde solo alla dicotomia tra "film bello" e "film brutto". Questo soprattutto perché l'elemento principale di questi lungometraggi non è mostrare la propria qualità, ma risultare rassicuranti. Chi guarda questo genere di film lo fa soprattutto per staccare il cervello dalla vita di tutti i giorni e rilassarsi davanti a una storia che non prevede colpi di scena o cambi di registro, ma che veleggia tranquilla verso il prevedibile e vissero per sempre felici e contenti. I film di Natale sono una "copertina di Linus", sono un posto sicuro in cui rifugiarsi, per seguire vicende che non sono quasi mai verosimili né hanno alcuna ambizione ad esserlo. Ed è questo il motivo per cui questi prodotti sono così pieni di cliché: devono offrire punti di riferimento, familiarità e serenità, perché queste sono le sensazioni che il pubblico cerca quando preme il pulsante di avvio sul telecomando. Quindi non si può nemmeno criticare un film di questa macro-categoria etichettandolo semplicemente come banale o non originale, perché questi sono elementi insiti nella loro natura.
Detto questo, però, va riconosciuto quando questi cliché sono sfruttati a dovere e quando no. Se si pensa a film prodotti per il cinema, come L'amore non va in vacanza o Love Actually, si può notare che anch'essi hanno, al loro interno, numerosi cliché. La donna che trova il vero amore dopo essersi trasferita in un piccolo villaggio inglese, lo scrittore che si innamora di una domestica portoghese che non parla la sua lingua, la donna dal cuore spezzato che ritrova l'amore grazie all'aiuto di un mentore... Sono tutti elementi tutt'altro che originali. Eppure i film funzionano così bene da essere diventati dei veri e propri classici. Questo perché la natura familiare dei film di Natale è stata rispettata, ma è stata realizzata con consapevolezza, con una sceneggiatura brillante e con l'intenzione di restituire davvero al pubblico un po' della magia che le festività portano sempre con sé. Nella maggior parte delle commedie romantiche natalizie firmate da Netflix, invece, tutto questo viene meno. Salvo le opportune eccezioni - come Klaus o Love Hard - la maggior parte dei prodotti offerti al pubblico sono caratterizzati soprattutto da una certa sciatteria di fondo. La maggior parte degli attori non risultano mai davvero credibili, tanto da dare l'impressione di essere studenti o dilettanti alle prese con la loro prima volta davanti a una macchina da presa. La sceneggiatura è piatta, interessata solo a condurre la storia da un punto A ad un punto B, senza preoccuparsi né di creare dialoghi brillanti né situazioni che, pur nella loro "inverosimilità", possano apparire credibili a chi decide di impiegare il proprio tempo a seguirle. In questo senso, quindi, i film di Natale targati Netflix dimostrano soprattutto la volontà di guadagnare senza sforzo, di sfornare in continuazione film uguali che si confondono tra di loro, senza però impegnarsi a dare allo spettatore qualcosa che sia più di un'ora e mezza di vuoto.
La maggior parte di questi film di Natale, dunque, rimangono prodotti da mettere come sottofondo quando si prepara la cena, quando si ha bisogno di compagnia senza doversi concentrare troppo, ma che non riescono mai davvero a cogliere la magia del Natale. Non è importante che siano credibili, non è necessario che siano originali: ma è fondamentale che siano coinvolgenti. E, di fatto, questi film lo sono sempre di meno.