Uno studio condotto dal CNR e dall’Università degli studi di Firenze dimostra la correlazione tra l’alimentazione e il rischio di sviluppare la patologia oncologica. Una dieta pesco – vegetariana è alleata della prevenzione
Tumore al colon retto: una dieta pesco – vegetariana aiuta a prevenirlo. È questo il risultato di una ricerca sperimentale condotta dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e dall’Università degli studi di Firenze. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Microbiome.
Un’alimentazione ricca di pesce e fibre vegetali può dunque allontanare la probabilità di ammalarsi di cancro al colon – retto che è, a livello oncologico, la terza causa di morte al mondo.
Lo studio
L’opera è stata coordinata in particolare dall’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ibba) assieme al Dipartimento di neuroscienze, psicologia, area del farmaco e salute del bambino (Neurofarba) dell’ateneo fiorentino.
Allo studio hanno inoltre collaborato gli scienziati francesi dell’INRAE, l’istituzione di ricerca francese dedicata ad agricoltura, cibo e ambiente, e gli olandesi della Netherlands organisation for applied scientific research.
La ricerca ha valutato lo sviluppo di cancro del colon-retto e l'evoluzione della composizione del microbiota intestinale e i relativi metaboliti. Gli esperti hanno quindi osservato i legami tra dieta e rischio di tumore.
La dieta pesco - vegetariana e il colon -retto
Gli studiosi hanno analizzato tre tipi di alimentazione: una a base di carne rossa e carne lavorata, una a base di carne rossa, ma addizionata con un particolare antiossidante (la Vitamina E) e una dieta pesco-vegetariana. Il rischio maggiore è risultato essere connesso alla dieta a base di carne rossa e lavorata (definita a rischio elevato). Il regime alimentare che privilegia invece pesce e vegetali è risultato a basso rischio.
“ È noto - dichiara Giovanna Caderni, docente del Dipartimento neurofarba dell’Università di Firenze - che lo sviluppo di questo tipo di tumore è fortemente influenzato dalle abitudini alimentari, con cibi come la carne rossa e lavorata che ne aumentano il rischio, e altri, come quelli contenenti fibre alimentari, considerati protettivi”.
La docente, coordinatrice dei ricercatori Sofia Chioccioli, Katia Tortora, Lisa Giovannelli, Duccio Cavalieri e Mariela Mejia Monroy dell'ateneo fiorentino, sottolinea la connessione tra dieta e microbiota intestinale.“Studi recenti - dice - suggeriscono che l'effetto della dieta possa essere legato, almeno in parte, a come essa modula il microbiota intestinale, ovvero l'insieme di microorganismi che popolano il nostro intestino".
Lo studio ha dimostrato come la dieta pesco-vegetariana riduca in modo significativo, rispetto alle diete a base di carne, il numero di tumori del colon nei modelli animali predisposti allo sviluppo della patologia. Inoltre, questo tipo di dieta aumenta la diversità microbica, caratterizzata dalla presenza di specifiche comunità batteriche associate a un livello più basso di acidi biliari, metaboliti intestinali potenzialmente cancerogeni.
Il ruolo del microbiota intestinale
Un ulteriore, importante risultato della ricerca è rappresentato dalla scoperta del ruolo del microbiota intestinale nel trasmettere o meno i fattori di rischio, legati alla dieta, per il cancro del colon-retto.
I ricercatori hanno osservato tali risultati “trapiantando” il microbiota intestinale dei modelli alimentati con le tre diverse diete in modelli animali privi di microbiota intestinale (germ-free).
La coordinatrice dello studio per il Cnr-Ibba, Carlotta De Filippo, ha guidato il gruppo composto dai ricercatori Niccolò Meriggi, Vincenzo Longo, Antonio Dario Troise e Andrea Scaloni: “Abbiamo avuto la conferma - sono le sue parole -che il microbiota intestinale, modulato dalla dieta, può trasmettere i rischi, così come i benefici, legati alla dieta stessa”. E chiarisce: “Questo dimostra che possiamo “modulare” il nostro microbiota intestinale per prevenire la produzione di metaboliti potenzialmente cancerogeni, a partire dalla dieta. Comprendere come quest’ultima influisca sul microbiota intestinale e, di conseguenza, sul rischio di cancro, consente a ognuno di noi di fare scelte alimentari consapevoli, scegliendo diete che favoriscono un microbiota “alleato”. Così da ridurre attivamente il rischio di sviluppo di numerose patologie”.
"I risultati dello studio – conclude
la Caderni – aprono la strada per strategie di salute pubblica basate sulle abitudini alimentari e sul microbiota in grado di prevenire questa temibile patologia".
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