Ictus, casi verso un aumento del 26%. I neurologi: «Tra le cause l'obesità e la sedentarietà». Quali sono i sintomi

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Ogni anno, in Italia, l’ictus colpisce circa 120mila persone, ma meno del 30% della popolazione è in grado di riconoscerne i sintomi in modo rapido e le stime degli esperti non sono rassicuranti. Nel prossimo futuro l'aumento di incidenza della patologia sarà del 26%, vediamo perché.

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Lo studio

I dati allarmanti hanno portato l'Associazione Italiana Ictus (Isa-Aii) a sviluppare lo Stroke Action Plan for Italy (Sap-I), ispirato al piano europeo. L'obiettivo è raggiungere entro il 2030 risultati in prevenzione, consapevolezza, ottimizzazione delle cure preospedaliere e intraospedaliere, riabilitazione e monitoraggio. Nei prossimi mesi, Isa-Aii presenterà il piano alle istituzioni e ne chiederà la firma al ministro della Salute, Orazio Schillaci, come annunciato in conferenza stampa per la Giornata Mondiale dell’Ictus, il 29 ottobre 2024. «Il numero di persone colpite ogni anno da ictus è molto alto, sia a livello italiano che europeo», ha affermato Mauro Silvestrini, presidente Isa-Aii. «Le stime dicono che nel prossimo futuro sarà possibile un aumento di incidenza della patologia del 26%, con un rilevante incremento dei costi sanitari legati alla gestione della malattia, che in Europa sono già altissimi, intorno ai 60 miliardi di euro». Silvestrini ha sottolineato l'urgenza di migliorare l'accesso alle cure, riducendo le disuguaglianze territoriali: «Solo il 24% delle Unità ictus (Stroke Unit) si trova nel Sud del Paese, con 51 strutture, mentre il centro ne ospita il 26% (per 56 reparti). Al Nord, invece, si concentra il 50%, con 106 unità».

Cause e fattori di rischio 

Danilo Toni, past president Isa-Aii, ha evidenziato l’importanza della prevenzione primaria tramite stili di vita sani: «Fumo, consumo di alcol, obesità, sedentarietà, ipertensione e diabete sono fattori di rischio riconosciuti di questa patologia, su cui spesso è possibile intervenire con piccoli accorgimenti quotidiani». Toni ha inoltre presentato lo Stroke Barometer, un progetto osservazionale che ha permesso di quantificare l’impatto percepito della malattia in Italia, rivelando che «meno del 10% degli italiani pensa di poter subire un ictus nel corso della sua vita, nonostante colpisca 120mila persone all'anno e sia una delle tre cause di morte più diffuse, insieme al cancro e alle malattie cardiovascolari». Inoltre, meno del 30% degli italiani sarebbe in grado di riconoscerne segni e sintomi per poter intervenire rapidamente, evidenziando l'importanza di interventi mirati per la prevenzione e la diagnosi precoce.

Gli obiettivi dello Stroke Action Plan for Italy

«Come Isa-Aii, in questi mesi stiamo lavorando allo Stroke Action Plan, una versione nazionale del precursore europeo, lo Stroke Action Plan for Europe (Sap-E)», ha spiegato Paola Santalucia, presidente eletta di Isa-Aii. «Un primo documento è già stato condiviso con tutta la società scientifica e verrà presto presentato alle istituzioni italiane perché possa ricevere il patrocinio del ministero della Salute. Una volta ufficializzato, rappresenterà le linee guida di riferimento della società e indirizzerà le azioni dei professionisti sanitari che si occupano di ictus». Tra i punti centrali del piano, Santalucia ha sottolineato «una maggiore informazione al cittadino riguardo i rischi della malattia, con controlli capillari ai pazienti ipertesi; una sensibilizzazione all'importanza del rapido riconoscimento dei segni e il coinvolgimento di scuole e Regioni; l'incremento delle centrali operative, la riduzione dei tempi di trattamento, oggi ancora eccessivamente dilatati, la revisione di percorsi e modalità di intervento». Gli obiettivi riguardano anche la fase di recupero post ictus: «Pazienti e parenti devono ricevere informazioni approfondite riguardo le possibilità riabilitative, la definizione di protocolli regionali e il trattamento di almeno il 40% dei pazienti. Infine, un monitoraggio di qualità in ospedali e strutture, anche fino a 3 mesi post evento». Santalucia ha concluso chiedendo che il ministero della Salute italiano firmi, come segno di impegno istituzionale, la Dichiarazione di azione dello Stroke Action Plan for Europe.

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