Un altro episodio inquietante, che certifica l'antisemitismo strisciante: il film su Liliana Segre non è stato proiettato nella sala di un cinema per "paura"
Niente sala per il film su Liliana Segre. Per "paura". E nell’indifferenza generale, ovviamente. Un altro passo verso l’odio, un altro episodio a dir poco inquietante. Anche in Italia. Ancora a Milano, avanguardia con altre capitali del nuovo antisemitismo che attanaglia l’Europa. Strisciante, per ora nelle nostre città; già conclamato e violento altrove. Come ad Amsterdam, dove pochi giorni fa una vera e propria "caccia all’ebreo" si è scatenata dopo la partita fra l’Ajax e il Maccabi Tel Aviv. Una caccia all’ebreo che qualcuno ha minimizzato col pretesto dello scontro fra tifoserie, o delle provocazioni, o del sentimento "antisionista" che tutto giustifica ormai, ma che in realtà ha radici nell’estremismo e nell’islamismo.
"Se la cercano", questa è la logica perversa. E la coglie bene chi ha attenzione per questi segnali. E sensibilità per il tema. Amara in questo caso. "Sembra che Liliana Segre fosse a capo degli ultras del Maccabi. Perciò un cinema di Milano non fa uscire un film su di lei". Così ha commentato la vicenda Pierluigi Battista, che proprio alla "Caccia all’ebreo" ha dedicato il suo ultimo libro. Perché proprio a questo clima si ricollega l’inquietante episodio del "no" al film, a sua volta arrivato dopo lo sfregio di un murale dedicato alla senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz, e dopo vari attacchi "social" di personaggi discutibili, che hanno usato la figura prestigiosa della senatrice per darsi visibilità e compiacere i militanti scatenati della causa anti-israeliana.
Sta di fatto che il clima peggiora. E ieri, alla prima milanese del film "Liliana" il regista Ruggero Gabbai, già consigliere comunale di sinistra, ha raccontato: "Questa mattina Liliana mi ha telefonato e mi ha detto: 'Questa cosa che hanno sfregiato il murales mio e Sami Modiano mi ha abbastanza scioccato. Hanno tolto la mia identità, il mio volto, hanno tolto la stella gialla, ma hanno lasciato il numero, pensi che siano così intelligenti da averlo pensato?'". Prima della proiezione, Gabbai ha spiegato che, «visto l’overbooking di questa sera (ieri, ndr) abbiamo pensato di prenotare al solito cinema dove facciamo le anteprime di cui non dirò il nome in zona Solari, ma mi ha chiamato il direttore e mi ha detto che non ci possono dare il cinema perché hanno paura».
Le reazioni sono state convinte, almeno localmente. Giulio Gallera, consigliere regionale di Forza Italia, ha giudicato "gravissimo" l’accaduto e ha proposto che fosse la Regione a ospitare la proiezione. Intanto le associazioni Italia Israele di Brescia e Bergamo, unite, lanciano un appello alle istituzioni di Milano, a Comune e a Regione Lombardia, "affinché si impegnino a ospitare la proiezione del docufilm nei loro spazi". E anche dal Pd finalmente si sono levate delle voci. «Un pessimo segnale di un clima di paura che si sta diffondendo» hanno detto Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati, unendosi alla proposta. Finalmente, perché invece il Pd ha dato prova di grande pavidità sul tema Israele, con tutto un indotto di ambiguità e di contiguità fra l’area giovanile del partito e settori del mondo antisionista-antisemita, quello che si manifesta negli allarmanti cortei di Giovani Palestinesi e Api che vanno in scena ogni sabato pomeriggio a Milano, da 13 mesi a questa parte.
Ulteriore prova di questa deriva è l’iniziativa che hanno ufficialmente annunciato i Giovani democratici di Milano, con delle riflessioni intorno al tema "Liliana Segre deve condannare Israele?". Non è un fake, ma un’inquietante riedizione dell’odioso pregiudizio per cui qualcuno in particolare deve dissociarsi o discolparsi ogni volta che un governo d’Israele fa qualcosa (peraltro reagendo a mesi, anzi anni, di attacchi, culminati nel 7 ottobre).
"Già il fatto che la giovanile di un partito pubblichi una cosa del genere è offensivo - ha commentato Daniele Nahum, consigliere comunale che dal Pd è uscito pochi mesi fa proprio per questo - È la stessa giovanile i cui esponenti vanno in piazza alle manifestazioni pro-Palestina, dove si urlano slogan di odio antiebraico. Detto tutto questo, qualcuno dal partito locale o dal nazionale vuole dire qualcosa e prendere provvedimenti? La segretaria Elly Schlein che fa? Continua a rimanere in silenzio?".