21 Novembre 2024 11:23
A gennaio 2025 si verificherà il Lunistizio maggiore, un fenomeno astronomico che si ripete ogni 18,6 anni circa. Ecco di cosa si tratta, cosa succederà e perché gli scienziati saranno molto concentrati sul sito megalitico di Stonehenge.
Tra i molteplici fenomeni astronomici che impreziosiscono il cielo ce n'è uno piuttosto raro chiamato Lunistizio maggiore o minore, che corrisponde al punto più settentrionale (o meridionale) in cui la Luna può sorgere sull'orizzonte orientale, determinando al contempo la posizione più alta e più bassa (massima o minima declinazione) sulla volta celeste. Sono, in pratica, una sorta di corrispettivi estremi dei solstizi d'estate e d'inverno che coinvolgono il Sole. Il prossimo Lunistizio maggiore è atteso per gennaio 2025, con particolare riferimento alla Luna Piena del Lupo di lunedì 13 (anche se il Lunistizio può verificarsi in qualunque fase lunare). I comuni lunistizi si ripetono ogni mese lunare, ma la distanza massima che possono raggiungere ha un ciclo di ben 18,6 anni; è legato a questa peculiare “danza” che la compagna della Terra esegue ogni giorno sull'orizzonte, sorgendo comunque sempre a Est come il Sole.
La Luna, analogamente alla stella, non sorge sempre nello stesso punto nel cielo orientale, ma cambia progressivamente la sua posizione sulla base di diversi parametri celesti, spostandosi sempre più verso Nord o verso Sud e invertendo il tragitto con l'inizio di un nuovo ciclo. Il primo fattore a essere coinvolto è l'inclinazione dell'asse di rotazione della Terra rispetto al piano dell'orbita terrestre attorno al Sole (eclittica), che è di circa 23,5°. Ciò influenza costantemente il punto in cui la Luna può manifestarsi. Altri due fattori a concorrere ai lunistizi sono l'inclinazione dell'orbita lunare rispetto al piano dell'eclittica (di circa 5,1°) e il fatto che la Luna ha un'orbita eccentrica – cioè ellittica – attorno al nostro pianeta; ne consegue che raggiunge una distanza massima (apogeo) e una minima (perigeo) che si riflettono anche sui punti in cui il satellite naturale sorge e tramonta.
La combinazione di questi fattori, come indicato, determina che la Luna cambia costantemente posizione in cui fa capolino sull'orizzonte, fino a raggiungere gli estremi settentrionale e meridionale (Lunistizio maggiore e minore). È un ciclo che ha una durata di 18 anni e 223 giorni circa (18,6 anni, appunto). Quando questi eventi si verificano la Luna raggiunge la declinazione massima o minima nel cielo (la posizione più alta o più bassa) e sembra “fermarsi”, ecco perché in inglese il lunistizio è noto come “Lunar standstill”, ovvero Luna ferma. “Il sorgere della Luna cambia ogni giorno e se si monitora questo fenomeno per un mese si noterà che esiste un limite settentrionale e uno meridionale oltre i quali la luna non sorge (o tramonta) mai”, ha spiegato alla CNN lo scienziato Fabio Silva, docente di modellistica archeologica presso la Bournemouth University. “Se osservassimo questi limiti nell'arco di 19 anni, noteremmo che cambiano come una fisarmonica: si espandono fino a un limite massimo (Lunistizio maggiore) e poi iniziano a contrarsi fino a un limite minimo (Lunistizio minore).
Il prossimo Lunistizio maggiore, come indicato, è atteso per gennaio 2025 e i ricercatori saranno molto concentrati sulla fase di Luna Piena di lunedì 13. In particolar modo, osserveranno la posizione della Luna rispetto a celebre monumento neolitico di 4.500 anni di Stonehenge nella contea inglese del Wiltshire, a pochi chilometri Salisbury. Com'è ampiamente noto il circolo di pietra (cromlech) composto dai megaliti è stato progettato per celebrare i moti del Sole sulla volta celeste (chiaramente è la Terra a girare attorno al Sole), con particolari legami a solstizi ed equinozi. I ricercatori sospettano che possa esserci un legame anche con i moti lunari e il prossimo Lunistizio maggiore sarà un'occasione preziosa per analizzare la progettazione del sito monumentale. “Il collegamento architettonico di Stonehenge con il Sole è ben noto, ma il suo legame con la Luna è meno compreso. Le quattro pietre del sito si allineano con le posizioni estreme della Luna e i ricercatori hanno dibattuto per anni se ciò fosse intenzionale e, in tal caso, come ciò sia stato ottenuto e quale potrebbe essere stato il suo scopo”, ha affermato l'archeoastronomo Clive Ruggles dell'Università di Leicester in un comunicato stampa.
Ma determinare e osservare i lunistizi non è semplice come nel caso dei solstizi ed equinozi. “Osservare questa connessione in prima persona nel 2024 e nel 2025 è fondamentale. A differenza del Sole, tracciare gli estremi della Luna non è semplice, richiede tempi e condizioni meteorologiche specifici. Vogliamo capire qualcosa di cosa significasse sperimentare queste estreme albe e tramonti della Luna e assistere ai loro effetti visivi sulle pietre (ad esempio, schemi di luce e ombra), e considerare influenze moderne come traffico e alberi, e documentare tutto questo attraverso la fotografia per studi futuri”, ha chiosato la professoressa Amanda Chadburn dell'Università Bournemouth, che studierà il fenomeno assieme ai professori Ruggles e Silva nel contesto di un progetto coordinato da English Heritage. Non resta che attendere le prossime settimane per capire se possa esservi un effettivo legame di Stonehenge anche con i moti lunari. Molto probabilmente saranno trasmesse dirette streaming per seguire il fenomeno via web.